Elogio della lentezza… a scuola

Segnaliamo l’interessante libro di Penny Ritscher, pedagogista statunitense che dal 1972 vive e lavora in Italia, Slow school. Pedagogia del quotidiano, Giunti.

L’autrice, nell’evidenziare anche nella scuola dell’infanzia ritmi educativi concitati e una rincorsa quotidiana al raggiungimento di traguardi ed obiettivi, invita a riflettere sul valore di una pedagogia più lenta, a misura di bambino e più consona ai ritmi di crescita dei piccoli.

La scelta di un’educazione più cadenzata, che lasci maggiori spazi a trasversalità come l’ascolto, la partecipazione, l’auto organizzazione, che si ponga più come regia che come “catechesi” degli allievi, contribuisce a coniugare lo star bene con l’imparare.

Si tratta di applicare un’informalità programmata, non un mitico spontaneismo, percorsi educativi che riconducano la piccola comunità della scuola dell’infanzia ad un passo più umano e tendano a riequilibrare la frenesia dell’ambiente di vita quotidiano dei bambini.

E’ la proposta, in ultima analisi, di una scuola “slow” che privilegi ritmi meno artificiosi e una riscoperta di attività orientate a far sviluppare talenti e capacità dei piccoli, senza costringerli a deleterie corse dietro i “programmi”.