Educazione comparata/1. Come cambia l’educazione nel mondo

Ricercatori ed esperti di tutto il mondo, non solo europei, hanno preso parte alla XXV Conferenza della CESE (Comparative Education Society in Europe), l’associazione europea degli studiosi di Educazione comparata.

La Conferenza, che ha una cadenza biennale, si è svolta quest’anno in Spagna (Salamanca, 17-21 giugno) e ha affrontato un tema importante e impegnativo: “Empires, Post-coloniality and Interculturality: Comparative Education between Past, Post and Present” (Imperi, post-colonialismo e interculturalità: l’educazione comparata tra passato, futuro e presente) con sottotitolo “The world in Europe, Europe in the world”.

Si trattava di fare il punto sulle caratteristiche che la ricerca, non solo accademica, nel campo della comparazione tra i sistemi educativi, ha assunto oggi alla luce dei profondi mutamenti verificatisi alla fine del XX e, a ritmo crescente, in questa prima parte del XXI secolo. Mutamenti politici ed economici che hanno investito anche i sistemi educativi di ex imperi come quelli che facevano capo ad alcuni Paesi europei (si pensi al Commonwealth o alle ex colonie francesi o al blocco euroasiatico della ex Unione Sovietica).

Mutamenti che si sono intrecciati con altrettanto profondi mutamenti che hanno riguardato la dimensione tecnologica, dalla diffusione dei computer portatili all’esplosione di internet, dell’e-learning e dei social network.

Di tutto questo si è parlato a Salamanca, come riferiamo nelle successive notizie, che danno conto in estrema sintesi di due tra le principali problematiche affrontate.

La Conferenza della CESE si è conclusa con l’elezione del nuovo presidente, il tedesco Hans-Georg Kotthoff, dell’università di Friburgo, che subentra allo spagnolo Miguel Angel Pereyra (nei due mandati precedenti si erano succeduti alla presidenza l’italiana Donatella Palomba e l’inglese Robert Cowen). Nel nuovo Executive Committee della CESE è stato eletto anche un italiano, Anselmo Paolone, dell’università di Udine.