Educazione civica: ma l’educazione digitale è prioritaria

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Del rischio di una eccessiva indeterminatezza della nozione stessa di Educazione civica, derivante dallo sterminato numero di obiettivi formativi elencati dalla legge, si è resa conto l’on. Valentina Aprea di Forza Italia, parlamentare dal 1994, già sottosegretario (2001-2006) e presidente della Commissione istruzione della Camera.

Forte della sua esperienza Aprea ha ripercorso nel suo intervento in aula la tormentata storia di questa materia, che per la sempre più ampia gamma degli obiettivi ad essa affidati non poteva che essere configurata come un “insegnamento trasversale affidato ad un docente e coordinatore e ai docenti della classe nella loro collegialità”. Ma se è bene che la legge richiami la pluralità degli obiettivi, “ancora più importante” è porre l’accento su quello che a suo giudizio va oggi considerato come l’obiettivo prioritario, l’educazione alla cittadinanza digitale, perché “l’avvento di internet, delle reti sociali, dei nuovi mezzi di informazione e comunicazione, ha determinato cambiamenti dirompenti sia sul terreno dei diritti e delle libertà sia sulle forme di partecipazione alla vita democratica. In sintesi, sui contenuti essenziali della nostra Carta costituzionale”.

Per questo l’educazione alla cittadinanza digitale va in qualche misura privilegiata, ha sostenuto Aprea, rivolgendosi più volte direttamente al sottosegretario Salvatore Giuliano, già preside di un istituto, l’“Ettore Majorana” di Brindisi, all’avanguardia in Italia proprio per l’utilizzazione intensiva delle tecnologie digitali nella didattica, a partire dall’autoproduzione dei libri di testo da parte di reti di insegnanti (“Book in Progress”). “Perché questa legge però possa avere gambe occorre, sottosegretario, (…) un piano straordinario di formazione dei docenti” che accompagni una adeguata formazione digitale degli alunni anche in funzione dell’uso corretto dei devices e di internet, ha detto Aprea facendo riferimento fra l’altro alla recente vicenda di Manduria (il massacro di un pensionato disabile ripreso con gli smartphone da una banda di giovanissimi). “Che apriamo a fare le scuole, quando poi c’è questo digital divide, se gli insegnanti e i ragazzi non si parlano perché usano linguaggi diversi?

Ma “dobbiamo agire in fretta”, ha concluso la parlamentare di Forza Italia, “perché la rivoluzione di Internet influenza le nostre realtà, si sviluppa sul piano globale. A noi spetta il compito di coniugare tutto ciò con i valori propri della nostra Costituzione, che rimandano alla partecipazione, alla sussidiarietà e alla democrazia; ma non abbiamo più molto tempo, è questo il tempo”.