DS, più competenze, ma stipendi più bassi degli altri Dirigenti. Valutazione, sindacati: ‘Necessaria mobilitazione’

Troppe responsabilità, troppi oneri, troppe scartoffie, troppi istituti in reggenza. I Dirigenti Scolastici sembrano non reggere più un carico di lavoro che pare diventare sempre più pesante. Tutto è troppo, tranne gli stipendi che restano uguali. E del bando di concorso per i Dirigenti Scolastici ancora non si sa nulla, se non che arriverà prossimamente. Proprio in questi giorni l’Associazione Nazionale Presidi (ANP) lancia il suo grido di protesta: un documento in 6 punti, un vademecum con le istruzioni per l’organizzazione della protesta. Questo mentre, come riporta l’edizione toscana del Corriere.it, continuano a circolare tra i presidi le tabelle del dossier di Tuttoscuola “DS, manager sceriffi o… Dirigenti figli di un dio minore?” in cui compariamo mansioni e stipendi dei DS con quelli dei Dirigenti degli altri ministeri.

DS: più competenze, ma retribuzioni più basse

I numeri delle nostre tabelle parlano chiaro: con la metà dello stipendio (circa 57.000 euro lordi) i Dirigenti Scolastici hanno tante responsabilità in più rispetto ai Dirigenti degli altri ministeri. E molte di queste hanno poco a che fare con la didattica: sono responsabili del regolamento sulla privacy, gestiscono gli appalti e persino la contabilità. Senza contare le competenze relative alla responsabilità legale, quella della sicurezza degli edifici scolastici e la gestione dei rapporti e dei contenziosi con il personale scolastico. 

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Valutazione, sindacati: necessaria mobilitazione

L’agitazione dei presidi procede anche sul versante della valutazione. “Il confronto sulla valutazione dei dirigenti scolastici, avviato con il Miur il 12 aprile 2017 su richiesta dei sindacati “non ha prodotto i risultati attesi”. È quanto affermano in una nota congiunta Flc Cgil, Cisl- Scuola, Uil Scuola e Snals Confsal ritenendo a questo punto opportuna una mobilitazione della categoria. “L’Amministrazione infatti, – spiegano i sindacati – pur avendo  modificato la Direttiva n. 36/2016 col rinvio al prossimo anno degli  effetti retributivi conseguenti alla valutazione, ha confermato la  scelta di procedere comunque alla classificazione dei dirigenti su tre livelli di raggiungimento degli obiettivi assegnati. Con questo modo di procedere – evidenziano – che non tiene nella dovuta considerazione le proposte sindacali, risulta disatteso l’impegno a ricondurre queste tematiche all’ambito negoziale, in linea con quanto prevede l’intesa di Palazzo Vidoni sulla contrattazione nei comparti pubblici”. Alla luce di ciò i sindacati “hanno deciso di riunire con urgenza e  congiuntamente nei prossimi giorni a Roma i propri organismi sindacali nazionali rappresentativi della dirigenza scolastica, per stabilire le modalità di una necessaria mobilitazione” e invitano nel frattempo i  dirigenti scolastici ad “astenersi dall’attuazione degli adempimenti  non obbligatori connessi alla valutazione, a partire dalla  partecipazione alle attività (non obbligatorie) di formazione”.