Dove sono le commissioni di lavoro per le norme delegate?

Tra circa un anno dovrebbero essere emanati i decreti legislativi secondo la delega prevista dalla legge 107/15 sulla Buona Scuola.

Si tratta di nove deleghe che costituiscono complessivamente il cuore della riforma del sistema d’istruzione, la parte potenzialmente più innovativa del disegno strategico del Governo.

Sulle procedure per definire l’impianto delle nove materie delegate, oggetto di revisione o riforma, la legge tace, limitandosi soltanto a richiamare (comma 182) gli aspetti finali dell’intero percorso: “I decreti legislativi di cui al comma 180 sono adottati su proposta del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, di concerto con il Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione e con il Ministro dell’economia e delle finanze nonché con gli altri Ministri competenti, previo parere della Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e successive modificazioni. Gli schemi dei decreti sono trasmessi alle Camere per l’espressione del parere da parte delle Commissioni parlamentari competenti per materia e per i profili finanziari, che si esprimono nel termine di sessanta giorni dalla data di trasmissione, decorso il quale i decreti possono comunque essere adottati”.

Riteniamo che si debba prevedere anche un passaggio al Consiglio di Stato.

Consiglio di Stato, Conferenza Unificata, Commissioni parlamentari, dunque, per la fase conclusiva, ma prima? Per preparare la proposta conclusiva come si sta procedendo?

La legge non prevede l’istituzione di commissioni, anche se una logica di trasparenza e di democrazia le farebbe ritenere quanto mai opportune.

Nella storia della scuola italiana, quando era in gioco la preparazione di dispositivi specialistici e di notevole rilevanza culturale, pedagogica e sociale, si è sempre provveduto alla chiamata di esperti di alto livello per elaborare contenuti rispondenti agli obiettivi voluti dalla legge.

Questa volta, invece, dopo una fase iniziale di ascolto (vi sono state audizioni su alcune tematiche di delega), tutto tace. O, quanto meno, non si ha notizia di lavori ufficiali in corso. Non vi sono commissioni, gruppi di lavoro formalizzati. Si sa solo che il sottosegretario Davide Faraone intende seguire personalmente tutti i dossier.

Eppure sarà opportuno che le elaborazioni avvengano nella trasparenza, aprendo un dibattito sulle proposte. Altrimenti ci troveremo tra qualche mese di fronte al fatto compiuto e a polemiche infinite. Conta anche il metodo, oltre al merito.