Dossier mobilità insegnanti di sostegno: le reazioni del mondo della politica

Il dossier di Tuttoscuola “Mobilità docenti di sostegno 2017: lo tsunami che colpisce gli alunni con disabilità” ha analizzato e portato alla luce dati allarmanti. Se, infatti, come sostenuto nel nostro precedente dossier sulla mobilità, oltre 2 milioni e mezzo di alunni si trovano quest’anno con almeno un insegnante nuovo in classe, a quelli con disabilità è andata decisamente peggio: almeno 100 mila di loro hanno cambiato il docente di sostegno. Una situazione incredibile, numeri allucinanti messi in evidenza anche dal Corriere della Sera dello scorso 16 gennaio che ha citato il nostro dossier. Ne abbiamo parlato anche alla radio, ospiti di Oscar Giannino nel suo programma “La versione di Oscar”, andato in onda su Radio 24, e anche nel mondo della politica il nostro dossier ha suscitato diverse reazioni.

Sabato scorso il Cdm ha approvato un decreto legislativo sulla Buona Scuola ‘Promozione dell’inclusione scolastica degli alunni con disabilità’ che riorganizza e razionalizza i provvedimenti vigenti in materia, tenendo conto della nuova prospettiva nazionale e internazionale dell’inclusione scolastica, riconosciuta quale identità culturale, educativa e progettuale del sistema di istruzione e formazione in Italia. Il problema sull’eccessiva mobilità degli insegnanti degli alunni dei disabili denunciato dal dossier pubblicato su Tuttoscuola è un problema dovuto principalmente a due fattori”. A fare un’analisi della questione è il deputato Pd Giuseppe Romanini, della Commissione bicamerale per l’Infanzia: “Il primo – sostiene Romanini – è che è cresciuto il numero dei docenti di sostegno a causa del piano straordinario delle assunzioni con azzeramento delle graduatorie ad esaurimento, previsto dalla legge 107, e del concorso bandito lo scorso anno per 60.000 nuovi posti. Il secondo che il comma 108 dell’ articolo 1 della legge della Buona Scuola (n.107) prevede un piano straordinario di mobilità per consentire al personale reclutato di muoversi su base nazionale, creando, così, per il primo anno in particolare, un problema di continuità didattica“.

 

Problema che, se danneggia in generale tutti gli studenti, a quelli con disabilità reca maggior danno. “Si dia precedenza ai diritti degli allievi disabili“, afferma quindi con forza Elena Donazzan, assessore alla Scuola della Regione Veneto, all’indomani della pubblicazione del nostro dossier: “Chiedo ai miei colleghi delle altre Regioni e al ministero della Pubblica istruzione un atto di onestà intellettuale e di responsabilità collettiva – continua la Donazzan – dobbiamo rivedere le regole per la determinazione della pianta organica e la mobilità dei docenti dei sostegno. Credo sia compito di un Paese civile saper anteporre i diritti dei più deboli, in questo caso gli allievi disabili, a quelli precostituiti di categoria“.

Chiaro è che a fare le spese di tutto sono proprio gli alunni disabili, e su questo concordano pure i parlamentari del Movimento 5 Stelle delle Commissioni Cultura di Camera e Senato: “A pagare il prezzo più alto della piaga della precarietà dei docenti sono soprattutto gli studenti e le studentesse disabili – dicono – quelli che avrebbero bisogno di più cura e attenzione e che invece vedono il proprio diritto allo studio inesorabilmente compromesso“. Le cause? Secondo loro sono da ricercare nella “riforma di Renzi, spacciata per la panacea di tutti i mali” e che “ha miseramente fallito anche su questo fronte e ha lasciato i ragazzi disabili e le loro famiglie sempre più soli e abbandonati”.

L’on. Michela Vittoria Brambilla (FI) dà poi l’affondo finale: “È una vergogna. Il dossier sulla ‘mobilita’ selvaggia degli insegnanti di sostegno, pubblicato oggi da Tuttoscuola e anticipato dal Corriere della sera, certifica una vera e propria disfatta su questo fronte delicatissimo del diritto allo studio“.

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