Docenti: arrivano le ore pesanti

La perentorietà della previsione contenuta nel disegno di legge di Finanziaria 2002 sull’orario di servizio dei docenti non poteva non creare reazioni e contrasti.
Sarà dura per il ministro e dura per gli insegnanti e i loro rappresentanti sindacali. I sindacati parlano di un’invasione di campo (l’orario di lavoro è materia rimessa alla contrattazione tra le parti); i docenti, soprattutto della secondaria, sentono il peso dei nuovi carichi di lavoro.
Gli insegnanti, pagati per un orario-cattedra di 18 ore settimanali, per cause organizzative si trovano spesso a prestare effettivamente qualche ora in meno alla settimana, salvo utilizzi in attività diverse. Il disegno di legge fa intendere invece che tutte le ore dovranno essere effettivamente prestate.
Non ci saranno più nemmeno spezzoni di cattedra, ma ridistribuzione delle ore su tutti i docenti con possibilità di arrivare anche fino a 24 ore complessive settimanali di servizio (6 ore di aumento).
Ma c’è anche una terza ragione, meno esplicitata, ma incombente.
Negli istituti superiori dove in tantissimi casi, per situazioni di forza maggiore, l’orario degli alunni si svolge solo al mattino con conseguente riduzione della durata dell’ora di lezione in 50 o 45 minuti (i periodi), anche gli insegnanti, per effetto di una lontana circolare del 1979 (la n. 243), benedetta dai sindacati di categoria ancora pochi mesi fa, svolgono il medesimo orario degli studenti senza dover recuperare i 10-15 minuti di servizio non prestato.
Settimanalmente per i docenti è un “cadeau” di circa 3 ore in meno (un centinaio di ore all’anno). Ore fino ad oggi non recuperate, di cui però la nuova Finanziaria sembra chiedere conto con vincolo di prestazione.