Didattica a distanza: l’incomprensibile divieto di vendere cancelleria che potrebbe bloccarla per la scuola primaria e dell’infanzia

Sta montando la comprensibile protesta delle famiglie di bambini piccoli o in età scolare che non possono disporre di cancelleria (quaderni, pennarelli, biro), perché ne è stata vietata la vendita. Anche i giocattoli non possono essere acquistati. Vale anche per biancheria e tutto quello che non è alimentare. Tablet, cartucce, stampanti e accessori per pc sono invece liberamente acquistabili.

L’incomprensibile divieto selettivo che rischia concretamente di rendere difficoltosa (o addirittura bloccarla) la didattica a distanza soprattutto nella scuola primaria e dell’infanzia è conseguente a quanto previsto dal DPCM 11 marzo che consente la vendita, oltre ai prodotti alimentari, di una serie di beni ritenuti essenziali.

E la cancelleria e i giocattoli ne sono esclusi.

In molti supermercati la zona di quei prodotti viene sbarrata e ai clienti che alla cassa presentano comunque quegli oggetti ne viene impedito l’acquisto, provocando comprensibili proteste.

Tra poco tempo, perdurando la crisi, la didattica a distanza per i più piccoli sarà in affanno e rischierà di bloccarsi.

Occorre modificare il provvedimento, integrando tra i beni ritenuti essenziali anche cancelleria, giocattoli e altri prodotti necessari alla vita quotidiana.