Didattica a distanza: 9 studenti su 10 promuovono i loro insegnanti

Un test pieno di incognite e insidie a cui però il mondo della scuola ha saputo farsi trovare pronto. La didattica a distanza ha letteralmente stravolto le dinamiche a cui da sempre sono stati abituati studenti e insegnanti. Ma proprio l’impegno dei docenti è stato un tassello fondamentale, l’elemento che ha permesso alle classi di andare avanti. Uno sforzo che i loro ‘ragazzi’ gli riconoscono appieno. In generale, più di 9 studenti su 10, seppur con varie sfumature, promuovono l’operato dei propri prof e il supporto che sono riusciti a dar loro in queste difficili settimane. E circa 1 su 3 ha rivalutato in positivo l’idea che aveva di loro. A farlo emergere un sondaggio realizzato da Skuola.net, intervistando 15mila alunni di scuole medie e superiori, di cui si parlerà nello speciale di “Verso il futuro e oltre” – a cura di Maria Piera Ceci – in onda il 13 aprile, dalle 10, su Radio24.

 Il 14% degli intervistati assegna ai propri insegnanti una valutazione molto positiva, addirittura ‘ottimo’ (dato che alle scuole medie sale al 22%), dicendo che non avrebbe potuto chiedere di meglio. Il 58% gli dà un ‘buono’ ammettendo che, nonostante i problemi emersi in corso d’opera, i professori hanno fatto il massimo per limitarli. Il 21%, invece, si ferma alla sufficienza rispolverando il vecchio adagio “potrebbe fare di più”, sentito dire tante volte sul proprio conto. Alla fine solamente il 7% gli mette ‘insufficiente’, sostenendo che i progressi fatti nell’ultimo mese sono soprattutto farina del proprio sacco.

Un apprezzamento, quello dei ragazzi, che si registra anche sugli aspetti sui quali alla vigilia di questa nuova avventura si nutrivano i maggiori dubbi. Come la preparazione tecnologica dei docenti, così poco avvezzi a fare lezione con il supporto di strumenti innovativi. Eppure, anche qui, la risposta è stata sorprendente: per l’11% meritano ‘ottimo’ (col solito picco alle medie, 17%), per il 53% un ‘buono’, per il 30% ‘sufficiente’. Appena il 5% li boccia. Proporzioni simili nella valutazione complessiva sulla gestione della didattica a distanza: il 12% è pienamente soddisfatto (il 19% alle medie), il 51% è molto contento, andamento accettabile per il 30%, solo il 7% gli dà l’insufficienza. Più o meno quelli che non sono ancora riusciti ancora a partire con lo smart learning.

Ma la ricerca è stata anche l’occasione per capire, dal punto di vista degli studenti, cos’è che ancora non va nella scuola ‘da casa’. I compiti: sono loro il vero nodo della discordia. Quasi tutti i ragazzi si lamentano del fatto che, da quando fanno lezione online, il carico di lavoro è aumentato a dismisura. Qualcuno dice che vorrebbe “leggere un bel libro, stare un po’ di più con la famiglia anziché passare l’intera giornata davanti al computer”. Ci sono poi i problemi tecnici, dalle difficoltà nell’utilizzo delle piattaforme proposte alle connessioni a singhiozzo, “con le voci che vanno e vengono”. Se poi si aggiungono, come racconta qualcuno, “i compagni che disturbano” è davvero difficile stare al passo col programma.

Tanti altri, però, ci tengono a ringraziare pubblicamente i docenti per quanto fatto di fronte all’emergenza“Grazie per la pazienza, per insegnarci ancora tante cose anche in questo periodo molto buio”, dice uno. “Grazie perché ce la state mettendo tutta..come noi studenti”, si accoda un altro. Più filosofico un terzo, che scrive: “Non lasciamo che la distanza interrompa la cultura, essa è ovunque, bisogna farne sempre tesoro, soprattutto in momenti difficili. Grazie per metterci al primo posto”. Anche se, dopo un mese lontani da amici e insegnanti, il sentimento che emerge con più forza è la nostalgia“Mi mancate” e “Spero di rivedervi presto” sono i messaggi più ricorrenti assieme, naturalmente, all’augurio che tutto questo finisca quanto prima.