Deleghe Buona Scuola, Pittoni (Lega Nord): ‘Un pasticcio annunciato’

Un ingorgo figlio della ‘Cattiva Scuola’”. In questi termini l’on. Mario Pittoni, responsabile federale Istruzione della Lega Nord, parla a Tuttoscuola degli otto decreti delegati che, dal 24 gennaio, saranno presi in esame dalle commissioni Cultura e Bilancio di Camera e Senato. Stando alle sue parole i tempi sarebbero “impossibili” tenendo pure conto del fatto che parliamo di un settore in cui “gli errori si pagano cari”. L’onorevole non usa mezzi termini, si riferisce al valzer delle cattedre portato sotto la luce dei riflettori proprio dalle inchieste di Tuttoscuola pubblicate nei due dossier “Mobilità 2017 – Il grande caos atto secondo, e agli studenti chi ci pensa?” e “Mobilità dei docenti di sostegno 2017: lo tsunami che colpisce gli alunni disabili”.

 Otto schemi di decreti legislativi da approfondire, valutare e varare entro il termine improrogabile del prossimo 15 aprile, sono un pasticcio annunciato. Un ingorgo figlio della ‘cattiva scuola’ di Renzi e del Pd, che proprio non vogliono saperne di imparare dai loro stessi errori”. Così esordisce il responsabile Istruzione della Lega che continua:Entro metà marzo su troppe cose, e tutte insieme, dovranno esprimere il loro parere le commissioni Cultura e Bilancio di Camera e Senato, non senza aver prima ascoltato osservazioni e proposte di associazioni professionali, genitori, studenti, sindacati a rappresentanze varie della scuola. E prima dell’ok definitivo del Governo c’è pure, giustamente, il passaggio in Conferenza unificata (Stato, Regioni, Autonomie locali). Tempi impossibili in un settore dove gli errori si pagano cari, sia in termini umani che economici. E il Pd ne sa qualcosa, visto che con la ‘Buona scuola’ di Renzi, ad esempio, il valzer delle cattedre è triplicato”.

Pittoni cita i dati evidenziati nei dossier di Tuttoscuola: “Nel 2016 ben 250 mila insegnanti, quasi un terzo dell’intero corpo docente, si sono spostati mettendo in difficoltà 2 milioni e mezzo di studenti (meno continuità didattica si traduce in più fallimenti scolastici dei nostri ragazzi). La situazione è particolarmente delicata nel sostegno: quest’anno, stando ai dati di Tuttoscuola, il 43% degli alunni con disabilità ha già cambiato docente di sostegno (circa il 30% sono posti in deroga e incredibilmente irrisori sono i posti in organico di diritto). Senza che alcuno si preoccupi del fatto che la discontinuità provoca ripercussioni gravi sulla crescita formativa ed educativa degli alunni con disabilità, specie di quelli affetti da sindrome dello spettro autistico e da disabilità intellettive, i quali necessitano di un arco di tempo più lungo per instaurare relazioni empatiche e di fiducia col docente e che presentano maggiore sensibilità a cambiamenti e stravolgimenti della routine”.

Cosa fare, quindi? “Appena si creano le condizioni – annuncia Pittoni – dopo la fase transitoria nella quale ci batteremo per stabilizzare (a partire dal sostegno) oltre agli insegnanti che sono nelle liste ad esaurimento, competenze ed esperienze presenti nelle graduatorie d’istituto, affronteremo alla radice il problema della discontinuità didattica riproponendo il reclutamento dei docenti su base regionale con la disponibilità ad approfondire il progetto dei vertici di Cisl, Uil, Snals e Gilda (la Cgil non si è espressa). La proposta prevede candidati liberi di scegliere in quale regione eleggere il proprio “domicilio professionale” (norma europea già recepita dall’Italia), per poi confrontarsi alla pari con gli altri iscritti nella stessa regione. La ‘concorrenza’ tra regioni (ispirata ai principi del federalismo) farebbe il resto, innescando – aggiunge il responsabile Istruzione della Lega – un meccanismo virtuoso a vantaggio della qualità generale”.

Pittoni si sofferma poi sullo schema di decreto delegato riguardante il nuovo esame di Stato: “Dopo la nostra denuncia, il Pd rinuncia (per ora) ad abolire le bocciature. È però pronto ad ammettere alla classe successiva e all’esame finale studenti con lacune spaventose, purché complessivamente non si scenda sotto la media del 6, senza preoccuparsi del fatto che ignorare le insufficienze renderà il ‘pezzo di carta’ acquisito a conclusione del percorso formativo, ancora meno ‘affidabile’ di quanto già non sia per chi offre lavoro”.

A essere penalizzati saranno quindi i ragazzi – continua Pittoni – mentre più promozioni faranno fare bella figura a chi ha la responsabilità del servizio”. L’onorevole motiva così il “no” del Carroccio alla proposta del Governo relativa a valutazione e certificazione delle competenze nella scuola secondaria di primo grado e per l’accesso all’esame di Stato. “Se poi – dichiara Pittoni – in tale modifica rientrerà anche il voto in condotta, c’è da chiedersi quali strumenti restino al docente per gestire la classe. Scarso impegno e comportamenti scorretti vanno sanzionati sul nascere, prima che degenerino. Ben vengano quindi strumenti normativi e legislativi idonei a supportare chi fatica e a sanzionare con attività di rieducazione, volontariato e lavori socialmente utili gli atteggiamenti antisociali, ma senza rinunciare all’effetto deterrente della ripetizione dell’anno che, secondo il regolamento del 2009, viene comunque decisa solo in seguito a rendimento davvero scarso oltre che – conclude Pittoni – a episodi particolarmente gravi e ripetuti, sanzionati collegialmente dal Consiglio di istituto”.