Decreto scuola: questo anno scolastico terminerà l’anno prossimo. Le novità

Approvato nella serata dello scorso 6 aprile il decreto scuola in Consiglio dei Ministri. Il secondo comma del primo articolo del decreto prevede che il Ministero è autorizzato ad emanare ordinanze che “definiscono le strategie e le modalità dell’eventuale integrazione e recupero degli apprendimenti relativi all’anno scolastico 2019/2020 nel corso dell’anno scolastico successivo, a decorrere dal 1° di settembre 2020, quale attività didattica ordinaria”.  Un’attenta lettura del dispositivo consente di rilevare alcune novità,  la prima delle quali consiste nell’iniziare il prossimo anno dedicando attenzione ad aspetti della didattica non svolti in questi mesi conclusivi del presente anno scolastico.

La seconda novità sta nel fatto che al posto della parola “debiti” scolastici che meglio potrebbe rappresentare, soltanto per taluni studenti, il mancato conseguimento dei livelli di apprendimento attesi, si parla invece di “recupero degli apprendimenti” senza riferimenti a situazioni individuali.

Ma c’è una terza novità che rappresenta la chiave di lettura dell’intero comma: “L’eventuale integrazione e recupero degli apprendimenti di cui al periodo precedente tiene conto delle specifiche necessità degli alunni delle classi prime e intermedie di tutti i cicli di istruzione, avendo come riferimento il raggiungimento delle competenze di cui alle Indicazioni nazionali per il curricolo”.

Poiché il recupero dei debiti scolastici è riferito esclusivamente alla secondaria di II grado, il recupero degli apprendimenti di cui parla la disposizione, riferito invece indifferentemente a tutte le classi anche del primo ciclo, dove nessuna norma prevede il recupero dei debiti scolastici, lascia intendere chiaramente che non di debiti scolastici si parla, e non di singoli alunni con carenze di apprendimento della secondaria di II grado, bensì di ritardi generalizzati di apprendimento da colmare forse per intere classi o scuole anche del primo ciclo (primaria e secondaria di I grado).

È come se si voglia spostare la conclusione di questo anno scolastico 2019-20 in avanti, nei primi mesi del prossimo anno scolastico.