Decreto scuola esclude dai concorsi i docenti non abilitati che insegnano nella paritarie: ‘Sia convocato tavolo di confronto’

Il decreto-legge salva precari approvato lo scorso 10 ottobre, autorizza il MIUR a bandire un concorso straordinario abilitante per l’assunzione di 24.000 docenti nella scuola secondaria statale di I e II grado per l’anno scolastico 2020/2021. Nonostante le necessità delle scuole paritarie, che la legge 62/2000 obbliga ad avvalersi di docenti abilitati (pena la chiusura), riconosciute anche nel testo dell’intesa firmata lo scorso 11 giugno dal precedente Governo, lo Stato, cui spetta il diritto-dovere di abilitare i docenti, ha deciso di non includere nel concorso i docenti non abilitati che insegnano nelle paritarie. A lanciare l’allarme sono le principali associazioni che promuovono la scuola paritaria in Italia: la FISM, la FIDAE, AGeSC. CdO Opere Educative, CNOS Scuola, CIOFS scuola e  FAES.

Non se ne comprendono le ragioni – dicono le associazioni in un comunicato stampa -.  Tale scelta, che contrasta palesemente con i principi e le finalità della succitata Legge di Parità scolastica, parrebbe manifestare una deliberata volontà di danneggiare il comparto delle scuole non statali, rendendo ancora più difficoltosa la possibilità per le famiglie di esercitare la libertà di educazione già prevista dalla nostra Costituzione. Va a ledere, inoltre, i diritti dei lavoratori delle scuole paritarie, che risultano pesantemente discriminati rispetto ai colleghi delle scuole statali“.

Non capiamo per quale ragione – continua il comunicato –, i tanti giovani insegnanti che con grande entusiasmo e passione si stanno dedicando alla formazione delle nuove generazioni nelle scuole paritarie, debbano essere considerati (in barba alla definizione “paritaria”) lavoratori di serie B! Eppure essi rappresentano una straordinaria risorsa per l’intera scuola italiana e per il Paese. Le scriventi associazioni chiedono pertanto al Ministro Fioramonti che sia urgentemente convocato un tavolo di confronto sul tema, che permetta di chiarire le ragioni di tale gravissima esclusione e di cercare soluzioni condivise, per il bene dei lavoratori, degli alunni, delle loro famiglie e dell’intero sistema di istruzione nazionale“.