DDL di stabilità, 80 mila prof in più

Se il testo definitivo del ddl di stabilità confermerà le indiscrezioni riportate in questi giorni sulla bozza discussa in Consiglio dei ministri, la scuola secondaria di I e di II grado potrebbe avere – in base all’organizzazione attuale – un surplus teorico di circa 80 mila professori. La causa e i calcoli sono presto fatti.

La norma, in base alle bozze circolate (ed è bene sottolineare che per ora non c’è ufficialità), prevede che l’orario di insegnamento per tutti i docenti statali passi a 24 ore settimanali, a invarianza di stipendio (la compensazione avverrebbe con 15 giorni di ferie aggiuntivi). L’effetto, a dir poco esplosivo, stravolgerebbe gli assetti della scuola secondaria di I e II grado, dove l’orario settimanale è di 18 ore. Siamo nel campo della teoria, ma proviamo a simulare cosa succederebbe.

Se si prendono per buoni i dati di fonte Miur, registrati al 1° ottobre e riportati dal Corriere della sera, i docenti titolari su posto comune sono 320.110 (126.017 nella secondaria di I grado e 194.093 nella secondaria di II grado) e, a 18 ore ciascuno, sviluppano complessivamente un monte orario cattedra di 5.761.980 ore. Se, però, quel monte ore complessivo viene ripartito a prof con un orario di 24 ore, in cattedra bastano poco più di 240 mila insegnanti.

Coperto il fabbisogno di insegnanti in cattedra con assorbimento degli attuali spezzoni, resterebbe un esubero di circa 80 mila prof (31.500 nella I grado e 48.500 nella II grado).

Quegli 80 mila esuberi (pari al 33,3% del nuovo organico a 24 ore!) dovrebbero servire a coprire supplenze. Soltanto? Uno spreco. Potrebbero servire a realizzare progetti, sperimentazioni, corsi di recupero. Insomma potrebbero dar vita all’organico funzionale d’istituto.

Nei progetti sperimentali dell’organico funzionale dei primi anni 2000 la quota aggiunta di docenti per ogni istituto era pari al 10%. In caso di riforma, il 10% corrisponderebbe a circa 24 mila docenti. Rispetto a quell’esubero teorico di 80 mila docenti, vi sarebbero altri 56 mila docenti in più.

È questo il vero obiettivo finale della legge di stabilità? Tagliare, se pur gradualmente, 56 mila posti, bloccare migliaia di nomine di supplenti annui ed evitare per alcuni anni nuove assunzioni? Vogliamo sperare che si tratti di uno scenario estremo destinato a rimanere solo un brutto sogno di inizio autunno.