Dare la possibilità di scegliere tra DaD e DiP per alunni e insegnanti fragili

Il gruppo Facebook ‘Scuola e Sicurezza’, che conta su 3.500 aderenti tra famiglie e docenti, in collaborazione con le Associazioni ALOMAR (Presidente Maria Grazia Pisu) e FAND-Associazione Italiana Diabetici (Presidente Albino Bottazzo), ha inviato ai membri del CTS una lettera-appello assai argomentata per sollecitare misure urgentissime “a tutela delle famiglie al cui interno sono presenti persone con patologie: alunni e docenti che hanno familiari affetti da patologie croniche, soggetti fragili a cui il virus potrebbe creare complicanze importanti per il rischio della vita”. È il caso, per esempio, dei soggetti affetti da malattie reumatiche autoimmuni, cardiopatici, diabetici, immunodepressi.

Le misure finora adottate vengono giudicate “né efficaci né sufficienti” per la prevenzione della diffusione del virus soprattutto in presenza di “persone fragili”, che possono rischiare la vita. Per questo, si legge, “siamo a richiedere, per tutte queste famiglie, ma più in generale per le famiglie tutte che lo riterranno opportuno, che sia data la facoltà di scelta tra DaD e didattica in presenza per ogni ordine e grado scolastico fino a quando non verrà individuata una cura certa ed efficace e/o il vaccino”. In questo modo ulteriori spazi potrebbero essere liberati in classe e gli alunni starebbero più al sicuro in casa. “La socializzazione – che può essere sempre effettuata in piccoli gruppetti e all’aperto, non quindi necessariamente in classe, così come parti di programma o altro legato alla didattica in presenza – si può sempre recuperare, ma una vita umana – fosse solo anche una – no”, conclude la lettera.

Ai ministri Azzolina e Speranza, oltre che ai membri del CTS, è pervenuta anche una seconda lettera, redatta da un gruppo di insegnanti di scuola secondaria di primo e secondo grado, già ritenuti ‘soggetti fragili’ durante l’emergenza Covid-19 per patologie croniche. La loro preoccupazione è di evitare che nei loro confronti venga certificata “l’inidoneità temporanea alla mansione. Inidoneità, che, noi docenti dichiarati fragili per patologie croniche, vorremmo assolutamente evitare e che è stata indicata come probabile esito della Visita del Medico Competente.

La richiesta avanzata è quella di “permettere solo agli insegnanti fragili per patologia (e non per età) di svolgere le proprie ore di lezione da remoto (smartworking), collocando il proprio orario settimanale nei pomeriggi o negli eventuali spazi antimeridiani, se previsti, liberi dalla didattica dei docenti in presenza. Le ore di lezione da remoto verrebbero ‘decurtate’ dall’orario antimeridiano in presenza, consentendo così anche una migliore gestione delle entrate e delle uscite scaglionate della Scuola; l’insegnante continuerebbe a svolgere il suo lavoro da remoto e non ci sarebbe bisogno di un incarico a tempo determinato per la sostituzione; inoltre, l’aggravio pomeridiano per alunni e famiglie sarebbe limitato e comunque compensato dal minor carico antimeridiano delle lezioni”.

Le due lettere-appello vanno nella stessa direzione, che è quella di considerare la DaD come una forma di didattica ordinaria, che si integra pienamente con quella in presenza o addirittura la sostituisce (come già sperimentato nelle esperienze di ‘scuola in ospedale’ e nei mesi del lockdown). Nella prima lettera, quella del gruppo Facebook, si accenna all’eventualità che “la facoltà di scelta tra DaD e didattica in presenza per ogni ordine e grado scolastico” sia riconosciuta“alle famiglie tutte che lo riterranno opportuno”: una soluzione complicata dal punto di vista organizzativo (richiederebbe quanto meno l’installazione di telecamere in tutte le aule) ma che avrebbe il vantaggio di facilitare il distanziamento riducendo il numero di alunni in classe e anche quello di consentire a insegnanti ammalati, ma seri e motivati, di continuare a fare il loro lavoro.