Daniele Novara: ‘Genitori non siate amici dei vostri figli, ma i loro educatori’. L’intervista

Di Barbara Riccardi

“Se solo gli insegnanti usassero la loro libertà nel processo di apprendimento per costruire conoscenze negli alunni come protagonisti… Gli insegnanti sono una risorsa, non solo scolastica, ma sociale”. Dopo il successo di “Cambiare la scuola si puòha presentato il 6 novembre a Roma l’ultimo suo libro “Organizzati e felici”, un prezioso manuale dove si esortano le mamme e i papà ad assumersi il ruolo di genitori educativi evitando quello di genitori emotivi, amici dei figli. Parliamo di Daniele Novara, dal 1989 Direttore del CPP[1]  – Centro Psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti – di Piacenza e poliedrico pedagogista dalle mille idee a cui in tanti attingono, tra queste il metodo maieutico da lui ideato. Novara dirige il trimestrale “Conflitti” – Rivista Italiana di Ricerca e Formazione Psicopedagogica, docente al Master in Formazione Interculturale presso l’Università Cattolica di Milano, gestisce studi di consulenza pedagogica per genitori ed educatori, oltre che essere responsabile scientifico della Scuola Genitori del CPP, diffusa in tante città italiane. Oggi Tuttoscuola lo intervista.

Come può, il suo metodo maieutico, aiutare la didattica?

“Il metodo maieutico attiene all’apprendimento e parte dal presupposto che tutti gli alunni imparano se posti nelle condizioni adeguate. È perciò importante, nel lavoro educativo, organizzare dei setting, delle situazioni, dei laboratori che consentano ai bambini di sviluppare le proprie capacità piuttosto che cristallizzarsi nella pura e semplice preparazione della lezione frontale. Il metodo maieutico si basa su una pratica didattica specifica che non è di carattere trasmissivo, ma esperienziale e sociale, nel senso di condivisione delle competenze e del processo di apprendimento. Sappiamo che il modo più semplice per imparare è imitare. Attenzione pertanto ad accanirsi contro il copiare perché contiene quel dispositivo che è proprio alla base della facilitazione dell’apprendimento. Trovo che la scuola dovrebbe agevolare la trasmissione dei saperi anche dai compagni. Il metodo maieutico è un metodo del tutto sociale. Questo forse la Montessori –  che puntava di più sui materiali didattici – lo aveva un po’ sottovalutato. Il materiale qui è quello umano che è a costo zero e non ha bisogno di avere attrezzi e arnesi particolari. Quello su cui conto è la formazione degli insegnanti, degli educatori e degli operatori che devono essere all’altezza e saper costruire situazioni di apprendimento efficaci”.

Novara uguale a Maria Montessori, o Daniele Novara uguale a chi?

“Questa è una provocazione… Io ero molto amico di sua nipote Renilde. Chi non ama Maria Montessori? È stata la nostra più importante collega: ci sta alle spalle, ma anche davanti. Le sue scoperte sono straordinarie: non devi inculcare nel bambino dei contenuti, ma creare le condizioni in modo che i concetti se li costruisca da solo. Il mio metodo, rispetto al suo, insiste di più sull’aspetto sociale, sulla correlazione e l’interazione fra i bambini e gli alunni. Sappiamo come i cervelli aumentano il loro potenziale se entrano in relazione con cervelli simili ai loro, mentre spesso l’insegnante è troppo lontano con l’età. Immaginiamo una maestra cinquantenne con dei bambini di 6/7 anni: c’è troppa differenza. Viceversa, i bambini possono imparare moltissimo attraverso il mutuo scambio e tanto più le esperienze sono condivise tanto più sono significative. Se la Montessori insisteva sui materiali, io insisto sul gruppo e sullo scambio sociale”.

Cosa significa essere genitori oggi e quali sono le sfide che bisogna affrontare?

“Essere genitori oggi è una gran fatica. Sono oberati da miti narcisistici assolutamente deleteri. Uno per tutti è il mito per cui un genitore modello ha l’obbligo di giocare con i propri figli. Questo ha in qualche modo inibito il bisogno dei bambini di giocare tra di loro. Ci sono bambini che non giocano coi loro compagni perché preferiscono giocare con il papà. Questo non sta né in cielo né in terra. Giocare con i figli è molto bello e divertente, ma non può diventare un obbligo. Allo stesso modo è assurda e deleteria l’idea che i bambini siano necessariamente bisognosi di un mondo virtuale! Un bambino nasce con una mano che non deve obbligatoriamente finire sulla tastiera, ma su materiali concreti e sensoriali come l’acqua, la terra, il legno e giocare con un giocattolo da poter toccare veramente. I bambini vanno al Nido per incontrare gli altri bambini, alla Scuola dell’Infanzia per vivere esperienze pratiche non attraverso tastiere e videoschermi. Il genitore interpreta a torto la sua funzione come se si trattasse di dimostrare una vicinanza continua coi figli rinunciando di fatto al proprio ruolo più strettamente educativo. Per contro, i figli non vogliono genitori amici, vogliono genitori capaci di essere degli educatori, degli adulti che organizzano regole chiare e sostenibili”.

Affrontiamo il processo dell’importanza dell’alleanza scuola famiglia: ci sono strategie e trucchi che noi docenti possiamo utilizzare per creare un percorso costruttivo?

“La mia idea è molto semplice: la famiglia e la scuola sono due mondi diversi e possono fare squadra se mantengono la loro diversità. Se, viceversa, la famiglia diventa il “doposcuola” è un disastro, un pasticcio generato da idee equivoche che tendono a far sostituire il genitore all’alunno. Bisogna ricordare che a scuola vanno i figli, non le mamme o i papà. La famiglia deve piuttosto creare le condizioni affinché gli alunni possano avere esperienze scolastiche efficaci, ma non può assolutamente sostituirsi a loro. Oggi la confusione regna sovrana: quando la maestra il venerdì pomeriggio prima dell’uscita da scuola dice ai genitori: ‘Mi raccomando lavorate tanto nel weekend perché è un po’ indietro’, i genitori trascorrono davvero il weekend sui libri. A questo punto si capisce che la frittata è fatta. Qual è allora il loro ruolo? Creare le condizioni. All’inizio dell’anno scolastico, ricordo sempre ai genitori di far dormire i bambini, far fare la colazione, evitare l’eccesso di video schermi. Quando un bambino in prima elementare ha massimo mezz’ora di televisione o, in generale, di videoschermi al giorno è più che sufficiente. Queste condizioni sono fondamentali perché un bambino in prima elementare ce la fa se dorme 10 ore, se ne dorme 8 a scuola diventa complicato. Lo stesso vale per l’adolescente: se di notte tiene tutti i dispositivi digitali accesi, pronti all’uso e quindi con una continua aspettativa di collegamento, non dorme a sufficienza e la mattina si trova in difficoltà sul piano della concentrazione”.

L’ultimo suo libro si intitola “Organizzati e felici”. Nasce prima il titolo del libro o prima il contenuto e poi il titolo?

“Quando si lavora con una grande casa editrice l’autore ha poca autonomia su questi elementi. Dal mio punto di vista, il titolo doveva contenere il concetto di organizzazione. Il concetto di felicità nel corso del libro è implicito, una sorta di fil rouge. Si può essere genitori felici se si è più distaccati emotivamente e non si spinge l’acceleratore sulla vicinanza. Il compito educativo parte dalle capacità di creare delle abitudini impostando un buon gioco di squadra tra mamma e papà per non lasciare i figli a decidere per conto proprio. Il libro contiene tantissimi esempi concreti, storie, situazioni e episodi che aiutano i genitori a stare sul pezzo e a non perdersi in ragionamenti eccessivi. Oggi abbiamo genitori che si impuntano sulla pretesa di ascolto da parte del figlio, ma i figli sono pratici non vogliono ascoltare pedissequamente i genitori, vogliono costruire la loro vita autonomamente”.

Il metodo maieutico di Daniele Novara è una bussola con la quale i bambini e i ragazzi possono farcela da soli nel trovare soluzioni anche durante i loro litigi[2] e progettuali comuni, facendoli parlare tra di loro, dove ognuno può esprimere le proprie idee e pensieri attraverso le parole, i disegni, le immagini. Il metodo maieutico di Novara diventa la palestra dove ognuno può esprimersi e far valere il proprio punto di vista. “Organizzati e felici” si presenta come un manuale di indicazioni, informazioni e orientamenti, una mappa per meglio orientarsi durante le varie tappe educative nel percorso di crescita. Un libro guida dalla nascita fino all’adolescenza che l’autore consiglia alle mamme e ai papà subito dopo l’uscita dal reparto di maternità.

Essere organizzati è la buona pratica che Novara auspica per essere genitori educativi e non genitori emotivi, amici dei figli.

[1] www.cppp.it

[2] Si veda https://cppp.it/per-scuole-e-insegnanti/elenco/il-metodo-litigare-bene