Dal prossimo anno 482 istituzioni scolastiche in meno

Chi ha dato ha dato e chi non ha dato dovrà dare. Potrebbe essere questa la cruda sintesi degli effetti del dimensionamento della rete scolastica per il prossimo anno scolastico farà registrare una flessione di 482 istituzioni scolastiche delle attuali 9.135 attivate.

Il mancato accordo in Conferenza unificata sul dimensionamento rinvia gli assetti definitivi della rete al 2014-15, ma gli ultimi effetti della riforma disposta quasi due anni fa dalla legge n. 111 si fanno sentire per il 2013-14 soprattutto in quei territori che in prima applicazione avevano tirato un po’ il freno.

In Campania, ad esempio, si perderanno 150 posti, di cui 122 nelle istituzioni del primo ciclo e 28 nel secondo ciclo.

Anche la Sicilia, come si ricorda, aveva tentato a suo tempo una resistenza passiva, invocando un’autonomia decisionale in materia che l’aveva portata ad un’applicazione ridotta della legge regionale. Dall’anno prossimo dovrà cedere 113 istituzioni scolastiche, di cui 73 nel primo ciclo e 40 nel secondo.

Sei regioni (Basilicata, Friuli, Lazio, Liguria, Marche e Molise) avranno confermato il numero attuale di istituzioni scolastiche, senza alcuna modifica.

Le altre regioni perderanno mediamente alcune decine di posti, con l’eccezione della Lombardia che dal 2013-14 avrà 72 istituzioni scolastiche, di cui 66 nel primo ciclo, e del Veneto che perderà 40 istituzioni, di cui 30 nel primo ciclo.

Nel primo ciclo aumenterà il numero degli istituti comprensivi (99 in più), mentre quello dei circoli didattici scenderà di ben 283 unità, e quello delle scuole medie (sede principale) di 181 unità.      

Da notare che, se questo nuovo assetto della rete verrà completamente confermato, saranno due le regioni, Basilicata e Calabria, ad avere nel primo ciclo soltanto istituti comprensivi.