Tuttoscuola: Scuola digitale

Dal libro cartaceo al libro digitale: editori mobilitati

La rivoluzione digitale del libro di testo potrebbe “arroventare” il clima scolastico in netto contrasto con la temperatura metereologica che ci fa vivere un autunno a metà giugno. Ancora un anno di tempo e dal 2014 nella scuola italiana entreranno solo libri digitali o nel formato misto. E’ una svolta culturale che investe gli insegnanti, le famiglie, gli studenti, l’editoria.

Il libro in versione digitale – sottolinea Giovanni Biondi, Capo Dipartimento del Miur – “è la novità più significativa in quanto consente l’interattività per promuovere una didattica che utilizzi processi di apprendimento di tipo esperienziale, basati sulla costruzione delle conoscenze e la partecipazione attiva degli studenti”.

Uno sconvolgimento, ribattono gli editori, da attuare con tempi e modi corrispondenti alle reali condizioni delle istituzioni scolastiche, che ancora non dispongono di un’adeguata connessione wi-fi per l’uso didattico della rete.

Convinti ricorrono contro il decreto Profumo, che secondo il presidente dell’AIE Giorgio Palumbo “non favorisce alcun risparmio per le famiglie, a maggior ragione se si considera…. che il risparmio sui contenuti dovrebbe essere da loro investito in tablet e device”.

La legge – incalza Biondi – affida “al Decreto di fissare il risparmio che il libro misto comporta proprio per garantire che il costo del computer (tablet o portatile) necessario per utilizzare i contenuti digitali, sia previsto all’interno degli attuali tetti di spesa. Il Decreto fissa a questo fine una riduzione del 20% degli attuali tetti di spesa in modo da garantire che il costo del computer non determini un maggior onere per le famiglie. D’altra parte il passaggio al libro misto comporta risparmi non solo sulla carta ma anche sulla distribuzione, sui magazzini etc…”.

Inoltre, aggiunge Biondi a Tuttoscuola, “essendo già attualmente in vigore il libro misto nella versione “scaricabile dalla rete”, già gli studenti dovrebbero essere dotati di un computer senza che questo fatto abbia comportato le osservazioni che invece sono state fatte ora dagli editori”.

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