DADA, un modello di innovazione a ‘Didattiche.2018’

È stato un successo di entusiasmo e partecipazione la presentazione del DADA (Didattiche per Ambienti di Apprendimento) a Rimini in  occasione del convegno “Didattiche.2018”, il grande evento organizzato dalla Erickson per riflettere sui molteplici significati dell’innovazione e promuovere una didattica efficace per sviluppare le competenze degli studenti, favorendo il confronto, la partecipazione e l’inclusione.

Ieri mattina, 12 ottobre, sono intervenuti Lidia Cangemi,  Preside del Liceo Kennedy di Roma e Ottavio Fattorini, già Dirigente del Liceo Labriola di Ostia con “Classe, aula, materia, orario: fuori dal ring” l’appuntamento nel quale i due dirigenti scolastici hanno illustrato ad una platea ricca di addetti ai lavori del mondo scolastico il DADA, un modello organizzativo degli spazi scolastici in cui le aule sono allestite in relazione alla disciplina ed assegnate a uno o due docenti che la insegnano, mentre i gruppi classe si spostano nei diversi ambienti e raggiungono i docenti nelle aule in base all’orario delle loro lezioni.

“Per fronteggiare le sfide della società dei saperi e della complessità – spiegano i Proff. Cangemi e Fattorini – la scuola sta cercando di transitare da un modello trasmissivo, centrato sull’insegnamento, ad uno centrato sullo studente e basato su apprendimenti attivi, co-costruiti, transazionali, perseguiti attraverso approcci didatti collaborativi e laboratoriali nel quale l’ambiente svolge un ruolo importante”.

Anche ieri mattina, come negli ultimi quattro anni il modello DADA ha sollecitato grande attenzione dei media e di moltissime scuole italiane che hanno chiesto di poter aderire alla Rete che ad oggi conta circa settanta istituzioni scolastiche sparse nella penisola. Per facilitare la condivisione e le linee guida del progetto la Rete DADA ha attivato da qualche mese il sito www.scuoledada.it attraverso il quale è possibile reperire tutte le informazioni necessarie e concordare visite di studio presso le scuole capofila.

 “Gli edifici delle scuole DADA – sottolinea la Dirigente Cangemi – si sono trasformati progressivamente in “Edificio apprenditivo”,in cui gli spazi usati e curati dai ragazzi, per apprendimenti anche non formali si mischiano a quelli destinati agli apprendimenti formali, auspicabilmente comunque laboratoriali. Gli arredi delle aule, in prospettiva sempre più flessibili e versatili, si prestano a rapide trasformazioni, per adattarsi alla modalità di lezione che viene proposta di volta in volta.”

Monitorato dal settore di Ricerca educativa dell’Università Sapienza di Roma, il DADA vanta anche la collaborazione con l’Associazione E.I.P. Italia – Scuola strumento di pace.

“La vera cifra educativa del DADA – spiega il Preside Fattorini – è nella sollecitazione di comportamenti di responsabilità e partecipazione da parte degli studenti e nell’esercizio fattivo delle competenze di cittadinanza attiva. Gli studenti diventano soggetti attivi e  protagonisti nella costruzione dei loro saperi così che, responsabilizzati nei fatti dal modello organizzativo, partecipano attivamente alla vita scolastica, collaborando ai dettagli del nuovo regolamento di istituto, creando gruppi di peereducation, realizzando un’app per gestire i movimenti e reperire in ogni momento un docente o un alunno, dipingendo le aule e gli spazi comuni dell’edificio sotto la guida dei docenti, attivando gruppi a tutela del decoro dell’edificio e autogestendo spazi comuni.”

Il modello Dada, dunque, è un “incubatore di innovazione” che non poteva certo mancare al convegno Didattiche.2018 organizzato dalla Erickson.