Cyberbullismo in aula alla Camera, Pd diviso. Fedeli: ‘Dare strumenti per stare sulla rete’

Il cyberbullismo approda nell’Aula della Camera. Nella seduta di ieri, 15 maggio, si è svolta la discussione sulle linee generali della proposta di legge a tutela dei minori, e il dibattito è stato poi rinviato ad altra seduta. Il passaggio in Aula sarà comunque solo una formalità, ma all’interno del Pd si è consumata una vera e propria frattura sull’argomento.

Micaela Campana, nella sua relazione introduttiva in Aula, ha tenuto un intervento critico sul provvedimento. Più entusiasta, invece, quella dell’altro relatore del Pd, Paolo Beni. A scontrarsi sono due visioni, quella sostenuta dai parlamentari della commissione Affari sociali e dalla senatrice Ferrara che punta tutto sulla prevenzione e il ruolo della scuola nel contrasto al cyberbullismo, mentre la deputata dem della commissione Giustizia ha fin da subito spinto presentando una proposta di legge per l’introduzione di un nuovo reato per i casi più gravi. Indirizzo che nella scorsa lettura alla Camera aveva trovato sbocco nell’introduzione di un’aggravante specifica nell’art 612 bis del codice penale, cancellata nell’ultimo passaggio al Senato. Micaela Campana ha spiegato all’agenzia di stampa AGI i motivi del suo rammarico. Li riportiamo anche qui su Tuttoscuola: “Avevamo l’occasione per governare un fenomeno che mostra numeri sempre più alti. Per una volta saremmo potuti arrivare in tempo utile, raccogliendo anche le preziose osservazioni che alcuni esponenti della magistratura avevano reso in audizione”. I dati mostrano che crescono le vittime del bullismo online e molte regioni hanno approvato leggi regionali sul fenomeno. “Iniziamo a colmare un vuoto. Quello che le regioni ci chiedevamo da tempo erano degli strumenti penali per intervenire e dotare le forze dell’ordine nei casi piu’ gravi – spiega Campana – La materia penale ricade nella competenza esclusiva del Parlamento. Le previsioni contenute in questa legge sono di carattere generale e non fornisce strumenti nuovi di intervento per i casi più gravi”.

Per il ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, “il fenomeno del cyberbullismo ha avuto una larga diffusione negli ultimi anni perché non c’è consapevolezza di che cosa significa stare sulla rete. Bisogna dare gli strumenti alle ragazze e ai ragazzi per stare sulla rete. Ai ragazzi va insegnato un uso consapevole della rete, non devono fermarsi alla prima informazione perché le fonti vanno cercate. Sulla rete ci sono fake news a 360 gradi. E le fake news cambiano la vita delle persone, i livelli di convivenza e democrazia. Un problema che abbiamo affrontato anche con la presidente Boldrini: faremo una campagna su questo dal prossimo anno scolastico”.