Coronavirus: tutti promossi? Il bivio di fronte al quale si trova la scuola oggi

Da quel che sembra quest’anno saremo tutti promossi. Lo saranno i ragazzi della scuola primaria, della scuola medie, chi dovrà sostenere l’esame di Stato e chi invece lo farà nei prossimi anni. Tutti, anche chi fa il cyber bullo, chi aveva marinato la scuola per settimane e chi invece non aveva perso un giorno di lezione. Il sei politico fa tornare in mente la stagione del ’68, delle lotte sociali, dell’idea di uno Stato ingiusto, che di fatto bocciava sempre i più poveri, così come denunciavano i ragazzi di Barbiana nella loro Lettera. Oggi però la situazione è completamente diversa.

Non è una questione ideologica che ci spinge a riconsiderare il tema della bocciatura, ma un’emergenza alla quale non eravamo preparati e alla quale abbiamo provato a rispondere, ma in maniera disarticolata e completamente non uniforme sul territorio nazionale. Di fatto le scuole hanno chiuso in momenti diversi, c’è chi ha poi continuato a fare lezione a distanza, chi non vorrebbe ma la fa, e anche chi non riesce: un disastro.

L’errore più grande in questo caso sarebbe quello di usare parametri vecchi per leggere situazioni nuove, quindi evitiamo i due grandi rischi: la logica ideologica, è giusto perché in fondo gli studenti sono tutti uguali, e quella paternalistica, o è tutto sbagliato perché così i ragazzi non impareranno nulla dalla vita.

Partiamo intanto dai numeri. Alla scuola primaria, di fatto, già non si boccia da tempo. Per quanto riguarda la scuola secondaria di primo grado i numeri sono pressoché simili: lo scorso anno sono stati promossi il 98% degli studenti e hanno superato l’esame di Stato il 99,5% dello scorso anno (il 99,8 l’anno precedente). Che dire, non cambia granché, mi sembra.

Numeri diversi per la scuola secondaria di secondo grado, certamente. Gli studenti che sono stati bocciati lo scorso anno sono il 6,8%, con picchi del 4% per i Licei e del 10,2 per gli Istituti Professionali[1]. Numeri diversi, certamente, ma non enormi, ci sembra. A questo punto la scuola si trova veramente davanti a un bivio, che potrebbe avere un grande impatto nella vita degli studenti. Scoperto il fatto che saranno promossi, inevitabilmente c’è chi si adagerà, smetterà di studiare e il lavoro di molti docenti, impegnati anche nella didattica a distanza sarà sembrato vano. Qualcuno forse intravvederà una grande opportunità in questa situazione e forse deciderà di studiare non più per il voto, rinforzo estrinseco per eccellenza, ma per se stesso, per le proprie passioni e ambizioni. Chissà se liberati dalla spada di Damocle della votazione alfa numerica gli studenti potranno sentirsi liberi e i docenti più interessati alle passioni degli alunni, a volte sacrificate all’altare del programma, che non esiste più da nessuna parte, tranne che nella testa di molti docenti.

I ragazzi di Barbiana chiedevano nella loro Lettera di non bocciare nella scuola dell’obbligo e per le scuole superiori di farlo solo in particolari condizioni. I ragazzi ci oggi ci chiedono di non abbandonarli a loro stessi, di continuare a credere, anche se a distanza, in loro, di accompagnarli qui ed ora nella costruzione del loro progetto di vita. E, una volta nella vita, potremo farlo senza doverci preoccupare di dare un voto, di dar loro un voto.

[1] Per maggiori info:  https://www.miur.gov.it/web/guest/-/scuola-i-dati-degli-scrutini-alla-secondaria-di-ii-grado-il-21-degli-studenti-deve-recuperare-almeno-un-insufficienza-ma-diminuiscono-le-bocciature-st