Continua la mobilitazione dei docenti. Anche oltre il contratto?

Dopo lo sciopero del 14 novembre scorso e in vista di quello del prossimo 24 novembre, continua in molte scuole secondarie di I grado e, soprattutto, di II grado la mobilitazione dei professori, spesso con la solidarietà attiva degli studenti.

Dopo gli incidenti con gli studenti registrati a Roma, Milano, Torino, Padova e in altre città, la mobilitazione sembra avere avuto nuovi impulsi. Dagli istituti della capitale e di altre grandi città giungono notizie di forme di mobilitazione sostanzialmente diverse da quelle decise dai sindacati, che aveva chiaramente parlato di astensione dalle attività non obbligatorie.

L’astensione messa in atto dai professori, invece, spesso riguarda attività obbligatorie di servizio chiaramente individuate anche dal CCNL. Ma in questo modo gli insegnanti restano esposti a comportamenti non legittimi, non coperti dall’ombrello dello sciopero.

Se la forma di astensione dal lavoro non è coperta dallo sciopero formalmente dichiarato dal sindacato (astensione dalle attività non obbligatorie), i lavoratori possono decidere un’altra forma (astensione dalle attività obbligatorie)? Anche se siamo di fronte a servizi pubblici essenziali concernenti l’istruzione, come prevede la legge 146/1990?

Ma se vi è astensione dalle attività obbligatorie – a parte il fumus di interruzione di pubblico servizio – non dovrebbe esserci anche riduzione dello stipendio?

Si tratta di una situazione nuova e delicata che potrebbe portare ad una pronuncia di chiarimento, se sollecitata, da parte della commissione di garanzia.