Consiglio di Stato annulla bocciatura di uno studente di prima media: un anno di scuola non basterebbe per valutare

Il Consiglio di Stato (non il Tar), il massimo organo di giustizia amministrativa, ha annullato la bocciatura di un alunno di scuola media, frequentante la prima classe in un istituto di Scandiano (Reggio Emilia), con una motivazione incredibile: occorrono almeno due anni per valutare il rendimento scolastico di un alunno che viene dalla scuola primaria.

Il giudice, riformando la decisione del Tar che aveva respinto il ricorso della famiglia dell’alunno bocciato, non ha messo in discussione la valutazione negativa del consiglio di classe basata sulle numerose insufficienze registrate, bensì l’ha ritenuta intempestiva, in quanto per una bocciatura motivata serviva (secondo il giudice) più tempo, non un solo anno scolastico, per valutare adeguatamente.

Un anno di scuola – secondo questa sentenza creativa del giudice – non basta per valutare un alunno ben conosciuto dagli insegnanti, mentre per lo stesso giudice bastano dieci minuti per decidere la promozione senza nemmeno conoscere l’alunno.

Un consiglio di classe che con i suoi cinque o sei insegnanti ha seguito il ragazzo, ha esaminato le sue prestazioni, lo ha seguito, lo ha interrogato, e alla fine lo ha valutato negativamente avrebbe dovuto non soppesare le sue prestazioni e rinunciare a valutarlo allo scrutinio finale; avrebbe dovuto attendere l’anno prossimo, come minimo.

Per tutto questo il Consiglio di Stato, ammettendo d’ufficio in seconda classe l’alunno, ha di fatto bocciato quel consiglio di classe. Non soltanto: convinto di questa sentenza creativa, ha condannato l’istituto a pagare le spese processuali (1.700 euro).