Concorso per dirigenti scolastici: un’occasione per ripensare i criteri di selezione

La riforma della “Buona Scuola”, tesa a dare vigore e competitività al sistema educativo, non produrrà in pieno o per tempo I suoi effetti, per l’assenza di un sistema adeguato e trasparente di selezione dei dirigenti scolastici in grado di valorizzare le attitudini professionali e le esperienze, in un Paese dove non ci sono veri luoghi di formazione della classe dirigente scolastica. Sono 39.264 i docenti che hanno inoltrato domanda di partecipazione al concorso per dirigenti scolastici, bandito dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca lo scorso novembre. Il 70,7% delle domande sono di candidate di genere femminile, il 29,3% di genere maschile. L’età media dei partecipanti è di 49 anni. I posti messi a concorso sono 2.425, di cui 9 riservati alle scuole di lingua slovena o bilingue presenti in Friuli Venezia Giulia. Ne abbiamo parlato in un articolo firmato da Alfonso Rubinacci presente nel numero di marzo di Tuttoscuola.

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Il calendario della prova preselettiva del concorso e la data di pubblicazione dell’archivio di 4.000 quesiti, elaborate dal Comitato tecnico-scientifico, da cui saranno estratti quelli della prova preselettiva, sono stati pubblicati nella Gazzetta Ufficiale del 27 febbraio 2018, 4^ Serie Speciale, Concorsi ed Esami. L’elenco delle sedi della prova preselettiva e le istruzioni operative saranno comunicate almeno 20 giorni prima della data di svolgimento delle prove, tramite avviso pubblicato sul sito internet del MIUR. Il regolamento del concorso, pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 20 settembre, prevede tre fasi: una concorsuale vera e propria, una formativa di due mesi e una di tirocinio presso le scuole. Per dare qualche consiglio a chi si troverà ad affrontare la prova preselettiva del 29 maggio prossimo, Tuttoscuola organizza un webinar gratuito proprio oggi, 14 marzo alle ore 17.00, dal titolo: “Verso la prova preselettiva: quando, dove, come, ma soprattutto cosa fare per non sbagliare”. (Clicca qui per saperne di più).

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Il reclutamento della dirigenza scolastica è funzionale alla concretizzazione di una visione della scuola –obiettivi, contenuti, responsabilità – aderente alla complessità della cultura contemporanea e ai rapporti scuola-educazione, scuola-società, scuola-Paese. Il paesaggio economico e sociale intorno a noi muta repentinamente, la velocità delle innovazioni è incalzante e crea incertezze ma al tempo stesso apre nuove opportunità di ricerca e di risposte nuove, di sperimentazione di percorsi e politiche formative che nessuno può governare dall’alto.

Quando si parla di come governare la scuola, della governance, di chi deve parteciparvi, di cosa valorizzare, di come mettere insieme le relazioni, si deve tener conto dei valori in campo rispetto al passato. E’ cambiata la cultura, la politica, l’economia, il concetto del territorio, l’insieme dei valori e dei beni che lo compongono Oggi si dà valore a fatti e azioni che prima erano sottovalutati, non facevano parte della nostra discussione.

Una governance globale per ridurre la distanza con i docenti

Sviluppare, promuovere e sostenere con maggiore puntualità la figura della dirigenza scolastica comporta una sempre maggiore consapevolezza della potenzialità della funzione dei dirigenti scolastici nello sviluppare cambiamenti dell’organizzazione complessa delle scuole, che rappresentano la più diffusa articolazione territoriale di un servizio fondamentale, e nel promuovere lo sviluppo di figure intermedie che sono centrali per lo sviluppo di una più solida cultura organizzativa scolastica.

Gerarchia si, ma quanto basta per affrontare questioni fondamentali inesplorate, per aiutare le persone a meglio generare, identificare e selezionare nuove idee, e possibili linee d’azione, per convergere su un numero limitato di soluzioni, per implementare le scelte in modo strutturato, integrando le diverse competenze specialistiche.

La procedura di selezione del concorso, per attrarre e selezionare i migliori, è chiamata a tenere conto, al di là delle conoscenze e competenze, di alcuni criteri prioritari quali:

  • la correlazione tra elementi generali di reclutamento della dirigenza e le specificità della dirigenza scolastica;
  • l’introduzione di elementi di innovatività accanto alle consuete prassi selettive del personale della scuola;
  • il rafforzamento della funzione selettiva quale fattore di propulsione di linee di modernizzazione: ciò richiede un grande impegno collettivo, diverso da quello che abbiamo conosciuto;
  • la correlazione sul versante interno ed esterno alla scuola in relazione all’accentuazione della dimensione territoriale nei processi decisionali scolastici.

Amministrare non vuol dire ‘incastrare’ gli elementi giuridici, tecnici ed umani, ma in primo luogo creare “ambienti di senso” con il contributo delle persone che quotidianamente “fanno scuola”.

Questa dimensione è indispensabile quando si vuole attuare una vera e propria rivoluzione negli assetti organizzativi. Una leadership progressista deve avere soprattutto questa funzione di “costruttori di senso” e di “propagatori dell’innovazione”: avere una visione del futuro, fornire risposte, non essere imbrigliata in adempimenti routinari. Cambiare la scuola in un mondo che cambia è necessario, anzi indispensabile, per recuperare quella passione per il futuro che esorta, sospinge, sprona ad affrettarsi senza volgersi indietro.

I cambiamenti nel contesto istituzionale, sociale, culturale, tecnologico, legislativo e finanziario impongono una revisione del profilo della dirigenza scolastica, reso più delicato per la responsabilità che ha il dirigente all’interno dei cambiamenti del sistema formativo e che acquista anche alcune dimensioni politiche. Il quadro normativo, infatti, attribuisce al dirigente scolastico la responsabilità complessiva della gestione delle risorse finanziarie, economiche e umane in una prospettiva non solo di operatività quotidiana ma d’innovazione che miri all’esito della qualità, efficacia e efficienza del servizio, complessa interazione tra aumento dello stock di conoscenze, migliorie tecniche, spirito imprenditoriale che sa tradurle in “prodotti”.

I dirigenti scolastici hanno il compito e la responsabilità di assicurare, in rapporto all’istituto di cui hanno responsabilità, la gestione unitaria, la rappresentanza legale, la gestione delle risorse finanziarie e strumentali, la qualità dei risultati del servizio, la direzione, coordinamento e valorizzazione delle risorse umane, l’organizzazione dell’attività secondo criteri di efficacia formativa.

Il “governo” dell’istituzione scolastica si manifesta attraverso una molteplicità di azioni orientate a definire le regole entro le quali esercitare la funzione dirigenziale, a potenziare gli ambiti di esercizio strategico delle funzioni organizzative delle “professionalità di sistema” a supporto della dirigenza scolastica. L’obiettivo è garantire che la dirigenza scolastica e le “professionalità di sistema” concorrano a creare una comunità, un ambiente formativo efficiente, efficace e sicuro, a mettere in priorità le scelte più efficaci e distinguerle da quelle più originali, fantasiose ma irrealistiche, curare che sia adeguato l’apporto alla scuola di risorse del territorio (culturali, materiali, finanziarie) ma anche i contributi della scuola al territorio. Il “middle management” è strategico, decisivo per apprendere, confrontarsi, decidere, ascoltare e rispettare le ragioni dell’altro.

Gli sforzi d’innovazione devono mirare alla costruzione di una “mappa delle coerenze” su cui valutare ogni progetto di miglioramento della qualità degli esiti formativi degli studenti e della vita della comunità scolastica. Abbiamo approfondito l’argomento sul numero di marzo di Tuttoscuola.

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