Ancora una volta assistiamo alla rappresentazione dello squilibrio territoriale tra domanda e offerta nel mondo della scuola. Anche i concorsi scuola ordinari dei diversi ordini e gradi di scuola e quello straordinario per la secondaria fotografano questa situazione, per il momento accertata nell’offerta dei posti a concorso, in attesa di conoscere la provenienza della domanda. Tuttoscuola dedica ai concorsi scuola uno speciale in cui trovare approfondimenti, informazioni utili e ultime novità. Inoltre, per commentare insieme i bandi concorsi scuola, abbiamo in programma due webinar gratuiti, uno dedicato al concorso scuola Infanzia e Primaria (sabato, 2 maggio, ore 11.00), l’altro ai concorsi scuola secondaria (lunedì, 4 maggio, ore 17.00). 

Clicca qui per iscriverti al webinar gratuito dedicato al concorso Infanzia e Primaria del 2 maggio

Clicca qui per iscriverti al webinar gratuito dedicato al concorso secondaria del 4 maggio

Ben oltre la metà di tutti i 61.863 posti concorso scuola, esattamente il 60,5%, si trova nelle regioni del Nord: 23.774 (38,4%) in Lombardia, Piemonte e Liguria, e 13.625 (22%) in Veneto, Friuli VG ed Emilia Romagna.

Nel Mezzogiorno d’Italia complessivamente i posti a concorso sono soltanto il 20,7%: 8.561 (13,8%) in Campania, Puglia, Calabria, Abruzzo, Molise e Basilicata, e 4.245 (6,9%).

Per infanzia e primaria il numero dei posti al Nord è ancora più consistente, raggiungendo rispettivamente il 65% del totale nazionale per l’infanzia e il 79% per la primaria.

Per il momento non ci sono ancora dati sul numero dei candidati che vorranno presentare domanda, ma, secondo lo storico della partecipazione agli ultimi concorsi e delle domande per le supplenze, si può stimare intorno al 65-70% la percentuale di candidati provenienti dal Sud per la scuola primaria e del 45-50% per quelli della secondaria.

Lo squilibrio che si prospetta nei nuovi concorsi scuola è di tutta evidenza e avrà ripercussioni future sulla stabilità del personale e sui processi di mobilità, a meno che il nuovo vincolo normativo della permanenza quinquennale sulla stessa scuola (decreto legge 126/2019) non serva da dissuasore per i candidati più lontani, dirottandoli verso le regioni vicine, anche se con numero ridotto di posti.

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