Tuttoscuola: Scuola digitale

Competenze digitali 2015: buono il livello ma serve una partecipazione collettiva

Agid, Aica, Assinform di Confindustria, Assintel e Assinteritalia hanno presentato lo scorso 15 gennaio a Roma gli esiti della ricerca “Osservatorio delle competenze digitali 2015”. Il rapporto fotografa il livello di digitalizzazione del nostro Paese. Cosa emerge?

Confortante il livello di sviluppo, seppur in modo non sistemico ma spontaneo, della cultura digitale e della digitalizzazione delle imprese e delle pubbliche amministrazioni. Sono svantaggiate le piccole realtà imprenditoriali che rappresentano oltre il 90% della nostra realtà produttiva. Si lamenta il perdurare di una domanda fiacca, non solo per la crisi economica, che determina, nell’offerta, costi ancora molto elevati a discapito delle realtà più limitate e deboli economicamente. Molta attenzione nei confronti del mondo della formazione e dell’istruzione, con piattaforme on line dedicate alla formazione nell’ICT, alcune addirittura gratuite, che offrono la possibilità di conseguire quelle competenze di cui il mondo dell’impresa ha bisogno.

Lo studio riporta la Mappa europea delle competenze digitali e quella dei profili professionali ICT. È a queste mappe, all’individuazione puntuale delle competenze, non solo ‘aumentando’ e diffondendo il piano del “Human Computer Interaction”, che il mondo dell’istruzione e della formazione deve guardare per essere utile nel formare ed abilitare i giovani al mondo dell’occupazione. 

Non è certo digitalizzando in modo indiscriminato la didattica e il processo di insegnamento-apprendimento che si risolvono i problemi. Un ruolo determinante è senz’altro quello degli insegnanti, promuovendone la professionalità, avendo cura di disegnare percorsi dedicati per ogni disciplina e grado d’istruzione, sulla base dei risultati che debbono essere conseguiti, altrimenti si rischia di compromettere il ruolo educativo e persino l’armonico sviluppo delle facoltà che servono all’apprendimento e allo sviluppo culturale e intellettuale dei giovani.

Il rapporto mette in luce la insufficiente quantità e qualità delle iniziative di formazione nei diversi contesti, compresa la Pubblica Amministrazione Centrale (PAC). Altro aspetto molto gettonato nel documento è la qualità e congruenza e produttività dei rapporti dell’istruzione superiore con il mondo del lavoro, la mancanza di quell’influenza virtuosa nel determinare i percorsi e gli studi che servono a creare quelle competenze che caratterizzano i profili professionali che oggi sono decisivi per lo sviluppo e la qualità delle aziende del nostro Paese.

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