Classi pollaio. Dalle parole ai fatti, se si vuole

Nel giro di pochi giorni la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, ha dichiarato prima l’impegno di rinforzare l’organico delle scuole dell’infanzia e poi l’intenzione di ridurre le classi pollaio, un suo storico obiettivo. Non si può non essere d’accordo. Sindacati, famiglie e studenti lo chiedono da tempo. Con la congiuntura sanitaria non ancora normalizzata ne guadagnerebbero il distanziamento e lo sfoltimento delle classi più numerose oggi esposte ad un affollamento critico. Si tratta di proposte immediatamente realizzabili? Sì, volendo.

Grazie all’assist del decreto legge 34 “Rilancio” che in sede di conversione ha previsto all’art. 231-bis norme speciali in deroga, è possibile con ordinanza ministeriale “a) derogare, nei soli casi necessari al rispetto delle misure di cui all’alinea ove non sia possibile procedere diversamente, al numero minimo e massimo di alunni per classe previsto, per ciascun ordine e grado di istruzione, dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 81″.

Quel DPR del 2009 ha, tra l’altro, fissato per ogni ordine di scuola il numero minimo e massimo per costituire le classi.

Il potere di intervenire con ordinanza in deroga su quei parametri consentirebbe di concretizzare immediatamente le proposte della Ministra in atti concreti con effetto immediato.

Non solo parole destinate a riempire gli archivi delle buone intenzioni, ma atti concreti per aiutare le scuole (e i docenti e gli alunni) a operare in una condizione funzionale.

Azzolina può battersi all’interno del Governo per strappare un primo sì per ridurre le classi pollaio presenti soprattutto negli istituti d’istruzione secondaria di II grado e nelle scuole dell’infanzia.

Nell’ordinanza in deroga che le è stata prospettata su un piatto d’argento, fissi innanzitutto il limite massimo inderogabile di alunni per classe per cancellare ogni idea residua di classi pollaio e riveda anche il limite minimo per consentire, in caso di sdoppiamento, la sussistenza di nuove classi.

Si potrebbe cominciare, da subito, con la revisione delle nuove prime classi degli istituti superiori, oltre ad intervenire sulle sezioni di scuola dell’infanzia in via di costituzione.
Sarebbe un atto di grande rilevanza politica, che taciterebbe molte critiche e che segnerebbe una concreta e ben visibile inversione di marcia in tema di dimensionamento del sistema scolastico.