Cisl scuola: illegittimo cambiare stipendi per legge

Un decreto legge sulla carriera sarebbe incostituzionale per mancanza dei requisiti di necessità e urgenza

Con una dichiarazione pubblicata in apertura della newsletter della Cisl scuola il segretario del sindacato Francesco Scrima torna sulla questione dei contenuti dei provvedimenti attuativi della ‘Buona Scuola’ e sulle ragioni del rinvio alla prossima settimana del Consiglio dei ministri  che avrebbe dovuto vararli nella seduta di oggi 27 febbraio.

Quando la presentazione di un progetto viene rinviata”, scrive il sindacalista, “i motivi possono essere due: serve un sovrappiù di riflessione o ci sono difficoltà impreviste. Se nel caso dei provvedimenti sulla scuola il motivo fosse il primo, ne saremmo lieti”. Se invece la ragione vera fosse la seconda, si avrebbe conferma del fatto che “ far quadrare il cerchio, tra promesse più o meno avventate, le attese che queste hanno alimentato e quelle che finora non vedono risposta e devono averla, è in effetti impresa ardua e si rischia seriamente, se si procede solo per spot più o meno ad effetto, di creare più ingiustizie di quelle che si dovrebbero sanare”.   

In particolare “sulle carriere dei docenti, dove il progetto del governo è di introdurre una meritocrazia a costo zero, si sta facendo ogni giorno più evidente che l’operazione comporterebbe in termini generali un abbassamento delle già magre retribuzioni degli insegnanti. Con una manomissione del loro contratto che ovviamente respingiamo e che consideriamo del tutto illegittima”.

Infine un avvertimento: “Qualora il governo confermasse di intervenire per legge su questa materia, non potremmo che reagire duramente; se poi si volesse addirittura inserire il tema carriere in un decreto legge, non potremmo non chiederci, e non chiedere, quali ragioni di necessità e urgenza si possano invocare, dopo che la sede giusta per discutere e decidere di retribuzioni è stata resa inagibile dal blocco dei rinnovi contrattuali confermato anche dal governo Renzi. In splendida continuità, va detto, con la peggior tradizione dei governi che l’hanno preceduto”.

No assoluto, dunque, al decreto legge, fino a sollevare una questione di costituzionalità non sui contenuti ma sullo strumento giuridico. Opposizione, ma meno perentoria, ci sembra, anche all’ipotesi che la materia possa essere tratta del disegno di legge delaga che dovrebbe affiancare il decreto legge: sui decreti delegati potrebbero esserci margini di trattativa che un sindacato storicamente contrattualista come la Cisl non potrebbe non prendere in considerazione.