Che significa investire nell’istruzione?/2. Scommettere sul futuro

La proposta-provocazione di Galli della Loggia, come si è visto nella precedente notizia, guarda a un modello di scuola centrato sull’insegnamento e sul ripristino dell’autorità dell’insegnante, caratteristiche di alcuni momenti della scuola del passato. Ma la scuola del futuro, considerata la rapidità delle innovazioni tecnologiche, la pervasività di internet e gli sviluppi dell’intelligenza artificiale da una parte, e la necessità per Paesi come l’Italia, in forte decremento demografico, di investire sul capitale umano eliminando gli sprechi dovuti alla dispersione, non potrà che essere inclusiva, digitalizzata e, per quanto riguarda gli itinerari formativi degli studenti, personalizzata, come Tuttoscuola ha sostenuto in più occasioni negli ultimi anni, e ancora recentemente nella newsletter del 6 settembre scorso.

Quanto agli insegnanti, essi hanno dimostrato nei 6 mesi di sospensione delle attività didattiche in presenza, e anche in questo difficile esordio del nuovo anno scolastico, di essere in buona parte già pronti a diversificare e adeguare le proprie competenze in modo da far fronte a quella che sarà sempre più la didattica del futuro: mista (blended), rovesciata o capovolta (flipped), e in alcuni momenti totalmente a distanza (DaD). Hanno però bisogno di un articolato accompagnamento formativo e applicativo.

Il ministro Azzolina, consolidatasi nel suo incarico dopo l’election day del 20-21 settembre, ha la grande opportunità e il tempo necessario per poter sfruttare questa straordinaria disponibilità al cambiamento degli insegnanti, a nostro avviso sottovalutata dai sindacati e dalla pedagogia conservatrice, che considerano la didattica in presenza priva di alternative, come si è sentito di nuovo ripetere nella manifestazione di sabato scorso ‘Priorità alla scuola’.

Se vorrà lasciare un segno duraturo nella scuola italiana, e non essere ricordata solo per i banchi a rotelle arrivati tardi, Azzolina farà bene a investire da subito e concretamente nella digitalizzazione della scuola e della didattica, dotando gli istituti, gli insegnanti e gli studenti della necessaria strumentazione (wi-fi, banda larga, devices) accompagnata da iniziative di formazione sul campo, più pratica che teorica, sull’impiego didattico delle nuove tecnologie.

La ministra, almeno nei propositi enunciati in Parlamento, sembra bene orientata. Ne parliamo nella successiva notizia, ricordandole comunque che verba volant