Cgil Scuola: Nessun accanimento contro il prof che si fa uno spinello

Nuova presa di posizione dopo l’episodio della educatrice di una agenzia di servizi di Firenze che ha assunto eroina nel bagno di una scuola primaria del capoluogo toscano. A intervenire è stato il segretario della Cgil Scuola Mimmo Pantaleo, che, parlando della possibilità di fare i test antidroga per gli insegnanti, ha dichiarato: “Un insegnante che si fa uno spinello ogni tanto è compatibile con l’insegnamento? Secondo me sì, come avviene in tante parti del mondo. Altrimenti dovrebbero licenziare probabilmente la metà dei dipendenti pubblici“.

Se si scoprisse che un insegnante è drogato non può insegnare, certo – ha aggiunto Pantaleo – ma vanno fatte distinzioni tra uso di droghe leggere e pesanti. Siamo pronti a discutere dei test ma non se si ha in testa un meccanismo automatico di esclusione. Va capita esattamente la condizione psicologica dell’insegnante che dovesse fare uso di stupefacenti. Bisogna vedere insomma se quell’insegnante ha l’attitudine all’insegnamento indipendentemente o no dall’uso di stupefacenti. E questo non lo si può fare con un semplice test antidroga. Non mi piace il radicalismo e la logica dell’esclusione, altrimenti estremizzando il discorso dovremmo dire a tutti gli studenti italiani che fanno uso di droga che non possono più entrare nelle aule. Introduciamo un criterio: vorrei una valutazione di come si può stabilire la conseguenza della droga su una persona rispetto alla possibilità che questa persona insegni“.

Nella trasmissione è intervenuta anche l’assessore all’Istruzione di Firenze, Rosa Maria Di Giorgi, favorevole ai test: “Non credo che chi fuma uno spinello sia poi pericoloso per il bambino, siamo persone di mondo – ha detto l’assessore – Ma se dal controllo emergesse che un insegnante o un educatore è un consumatore abituale, anche di spinelli, non va bene. Per quale motivo c’è bisogno dello spinello per sopravvivere? Poi non dico che chi fuma uno spinello debba andare in galera. Ma non si può nemmeno dire che quello non è nulla“.