Sperimentazione e portfolio accendono il dibattito sulla scuola

Si infuoca la polemica nella scuola su due fronti: la sperimentazione sul secondo ciclo proposta dal ministro Moratti e il portfolio delle competenze, colpito dal giudizio del Tar.
La prima questione ha provocato le risentite reazioni delle regioni e di vari livelli istituzionali che si sono sentiti “traditi” dal ministro dell’istruzione, che si era impegnata a non lanciare alcuna iniziativa prima dell’avvio della riforma del secondo ciclo previsto per il 2007-08, per consentire di predisporre invece le misure di sostegno per il contestuale varo del sistema di istruzione e formazione professionale.
Si difende la Moratti, facendo intendere di essere stata costretta ad assecondare la base che spingeva per sperimentare l’innovazione: risposta tecnica giudicata dall’opposizione come una sfida politica indotta dalla campagna elettorale.
Per il portfolio il dibattito avviato dalla sospensiva (parziale) del Tar riguarda soprattutto il livello sindacale, che non ha mai nascosto lo scarso gradimento per questo aspetto della riforma.
Rispetto però alla sperimentazione del 2° ciclo, dove per il momento lo scontro è tutto esterno al mondo della scuola, quella del portfolio rischia invece di avere una pesante ricaduta interna, di cui si registrano i primi segni negativi di disorientamento, anche perché la pronuncia è arrivata nel momento topico degli scrutini del primo quadrimestre, che da quest’anno avrebbero dovuto prevedere obbligatoriamente all’interno della scheda di valutazione la religione cattolica.
Diverse scuole avevano già resistito a questa direttiva ministeriale mantenendo questa valutazione in nota separata e ora trovano conferma delle loro ragioni nell’ordinanza del Tar.
Ma il fatto potrebbe non rimanere isolato e provocare un effetto domino, propiziato anche dal clima elettorale.