Per i 150.000 neoassunti niente aumenti per nove anni?

Prospettive non rosee, almeno dal punto di vista dello stipendio, per i 150mila precari della scuola che verranno assunti entro la prossima estate, a seguito dell’approvazione in Parlamento del Piano straordinario di assunzioni di docenti della scuola contenuto nell’articolo 3 dalla Legge di Stabilità 2015. Secondo il sindacato Anief la loro immissione in ruolo “avverrà in regime di invarianza finanziaria almeno fino al 2021” e quindi “per almeno 6 anni consecutivi un docente percepirà una busta paga che non andrà oltre i 1.200 euro netti”.

Ma non basta. Per i neoassunti potrebbe anche andare peggio perché nel testo “La Buona Scuola” si prevede da una parte che il primo accesso possibile al loro incremento stipendiale avverrebbe dopo sei anni,  ma anche che per accedere all’incremento mensile di 60 euro essi dovranno concorrere con il personale di già ruolo. “E trattandosi di incentivi da assegnare in base al merito, legato per forza di cose anche all’esperienza professionale”, argomenta il sindacato, “è probabile che nella maggior parte dei casi la scelta del 66% dei docenti ‘meritevoli’ cada proprio su quelli con maggiore anzianità di servizio. Rimandando, in tal caso, di almeno ulteriori tre anni la possibilità di vedersi incrementare la busta paga degli ultimi assunti”.

In effetti il criterio di selezione, su base meritocratica, dei due terzi dei docenti meritevoli dei futuri aumenti triennali di 60 euro è uno dei punti meno definiti del documento governativo: se nelle scuole passasse, magari con voto di maggioranza nei collegi dei docenti, il criterio della maggiore anzianità di servizio, il ‘merito’ degli ultimi arrivati, anche se bravissimi, rischierebbe di non essere mai riconosciuto.