Pantaleo (Flc Cgil): Giannini come Gelmini

Se le linee di indirizzo sulla scuola dovessero corrispondere all’intervento del Ministro Giannini al meeting di Comunione e Liberazione non ci sarebbe nulla di nuovo rispetto alle impostazioni fallimentari dell’ex Ministro Gelmini”. Il duro giudizio è di Mimmo Pantaleo, segretario della Flc Cgil, che lo fonda su una serie di rilievi.

Non sono chiare le risorse disponibili”, osserva il sindacalista, “non c’è alcun impegno per il rinnovo del contratto nazionale, si intende togliere salario a tutti con il superamento degli scatti per dare soldi a pochi utilizzando il vecchio progetto dell’Aprea, si vuole piegare la scuola pubblica alle logiche delle imprese e del mercato, si vogliono dare più soldi alle scuole paritarie mentre le autonomie scolastiche sono senza risorse e tante famiglie non sono più in grado di sostenere i costi per fare studiare i figli, non c’è alcun progetto per stabilizzare gli organici e riformare il reclutamento superando il precariato”.

La Flc Cgil lamenta che il ministro si muova “senza alcun confronto ma attraverso interviste nella ricerca di consensi dei soliti interessi”. Comunque il sindacato verificherà i punti di convergenza e le distanze dalle proposte del ministro partendo dalle proprie priorità: “elevazione dell’obbligo scolastico a 18 anni, investimenti aggiuntivi, superamento del precariato, diritto allo studio e rinnovo del contratto nazionale”.

Secondo Pantaleo “lo scontro non è tra cambiamento e presunta conservazione dei sindacati ma tra idee diverse di innovazione e per parte nostra vogliamo continuare a realizzare i principi e i valori sanciti dalla Costituzione e perciò siamo radicalmente contrari alla privatizzazione della scuola pubblica. Siamo pronti al confronto ma deve essere chiaro che non subiremo passivamente scelte che dovessimo ritenere sbagliate”.

Quanto al rapporto col mondo della scuola la Flc Cgil prende una posizione singolarmente non troppo distante da quella più volte sostenuta dal presidente Matteo Renzi fin dal tempo delle primarie Pd: “La consultazione online la lasciamo al Governo, mentre dai primi di settembre noi andremo a fare assemblee nelle scuole e nei territori per discutere con il personale della scuola, le associazioni, gli studenti e gli attori sociali e istituzionali dei territori, perché senza ampio consenso e senza democrazia non si può cambiare il sistema di istruzione del nostro Paese.” Quasi le stesse parole…