Quale spazio per la Costituzione nella scuola?

Genesi e prospettive della presenza della Costituzione nella scuola in un libro di Luciano Corradini

Luciano Corradini, professore emerito di pedagogia generale nell’Università di Roma Tre, già sottosegretario al ministero dell’istruzione, noto uomo di cultura e per anni presidente dell’Uciim (Unione cattolica degli insegnati della secondaria), ha pubblicato in questi giorno il libro La Costituzione nella scuola Ragioni e proposte (Erickson, Trento 2014).

Riportiamo uno stralcio del commento di presentazione del libro che apparirà su Nuova secondaria di La scuola editrice.

Il libro ha lo scopo di far apprezzare lo straordinario valore storico, insieme etico, giuridico, politico e pedagogico della Dichiarazione universale dei diritti umani e della Costituzione, mostrando come si debba e si possa riconoscere alla nostra Carta «diritto di cittadinanza» nella scuola, evitando di trattarla come quei beni culturali che trovano posto solo negli scantinati dei musei.

Alle obiezioni di tipo culturale e di tipo normativo che sono state sollevate in proposito, il libro cerca di dare risposte pertinenti e oneste, attraverso una sobria ricostruzione storica, ispirata ai criteri del rigore, del dialogo e della proposta.

Secondo l’autore, pur con gli attuali limiti, l’autonomia scolastica e le Indicazioni nazionali offrono preziose possibilità di «insegnare la Costituzione»  e di «educare alla cittadinanza», per usare il linguaggio con cui il presidente Napolitano ha giudicato la legge 169/2008.

Queste possibilità sarebbero certo più chiare e meglio delineate – afferma Corradini – se l’Amministrazione colmasse il vuoto che si è creato fra due leggi che prevedono «Cittadinanza e Costituzione» (la 169/2008 e la 222/2012), che vengono richiamate nelle parti generali delle Indicazioni, ma non citate nell’elenco delle discipline, risultando così semplicemente affidate alla buona volontà dei docenti.

Si tratterebbe anche di promuovere la maturazione di competenze didattiche in merito – afferma il professore emerito – sia in sede di curricolo degli studi universitari per la formazione dei futuri docenti, sia nell’ambito del tirocini formativi attivi (TFA). Resta quindi lo spazio per un nuovo intervento chiarificatore del Ministero.

Corradini ricorda un interessante precedente in proposito. Prima del varo dei regolamenti che delineano le Indicazioni nazionali del primo e del secondo ciclo (DPR 15.3.2010, n. 87, 88 e 89, e DPR 16.2.2012) la CM 27.10.2010, n.86  del MIUR, interpretando la legge, aveva fornito una sintesi organica di tematiche relative a questa disciplina sui generis.

La CM precisava che «l’insegnamento/apprendimento di Cittadinanza e Costituzione è un obiettivo irrinunciabile di tutte le scuole», e che «è un insegnamento con propri contenuti, che devono trovare un tempo dedicato per essere conosciuti e gradualmente approfonditi»: tale insegnamento implica sia una dimensione integrata, ossia interna alle discipline dell’area storico-geografico-sociale, con ovvie connessioni con filosofia, diritto ed economia (dove sono previste), sia una dimensione trasversale, che riguarda tutte le discipline, in riferimento a tutti i contenuti costituzionalmente sensibili e suscettibili di educare la personalità degli allievi in tutte le dimensioni.

Il suo, insomma, è molto più di un appassionato appello alla responsabilità professionale degli insegnanti e degli educatori che, a vario titolo, operano nei diversi contesti sociali, affinché aiutino i giovani a scoprire e a vivere i valori della nostra Costituzione.