Tra dieci anni quanti degli attuali docenti saranno ancora in cattedra?

Se si pensa alle sfide che attendono i docenti in una data piuttosto lontana, come il 2015, inconsciamente si potrebbe essere portati a pensare che siano problemi a carico di un’altra generazione di insegnanti, che si sarà formata in maniera diversa e sarà forse più attrezzata ad affrontarli. Non è così. Circa l’80% dei docenti del 2015 è già in servizio oggi. Vediamo le cifre.
Dei 705 mila docenti statali di ruolo attualmente in servizio, 240 mila (pari al 34%) avranno compiuto nel 2015 65 anni di età e quindi avranno lasciato gradualmente il servizio. Rimarrà quindi in servizio circa il 66% del personale docente di ruolo oggi in cattedra (o forse più se qualcuno sfrutterà la nuova norma per rimanere fino a 70 anni, anche per raggiungere il massimo di pensione).
Ma quei 240 mila verranno sostituiti per metà dal personale iscritto in graduatoria che da diversi anni lavora nella scuola come supplente annuo o come supplente fino al termine delle attività didattiche.
Solamente il restante 50% di quei 240 mila posti lasciati per pensionamento, cioè 120 mila posti, verrà assegnato a nuovi vincitori di concorso (ce ne sono già migliaia iscritti nelle graduatorie di merito dell’ultimo concorso).
Attualmente i docenti di cui si avvale la scuola statale italiana sono circa 820 mila (di ruolo e non), senza contare le altre migliaia di docenti precari che, pur iscritti in graduatoria permanente, da anni devono accontentarsi di supplenze brevi (stimati in almeno 80 mila).
Tra dieci anni i posti cattedra funzionanti saranno dell’ordine di circa 800 mila unità, coperti da circa 635 mila docenti (di ruolo e non) che attualmente prestano già servizio (in posizione di ruolo e non), pari al 79,4% del totale in servizio. Gli altri 165 mila (20,6%) non dovrebbero figurare tra i docenti in servizio oggi.
Se si vuole considerare solamente il personale di ruolo nel 2015, stimabile in circa 705 mila unità, l’83%, pari a 585 mila unità, è già in servizio oggi.