La scuola liberata di Ichino e Tabellini

Si chiama ‘Liberiamo la scuola’ l’e-book pubblicato nella collana online ‘I corsivi’ del Corriere della Sera. Lo firmano Andrea Ichino e Guido Tabellini, due autorevoli componenti del ‘Forum idee per la crescita’, un comitato di dodici esperti, in prevalenza economisti, che cura i testi che compaiono nella collana.

Da che cosa deve essere liberata la scuola? E chi dovrebbe liberarla? Alla prima domanda i due autori rispondono che la scuola dovrebbe essere liberata, nell’ipotesi di sperimentazione quinquennale proposta nel saggio, dai lacci e lacciuoli che attualmente (e storicamente) la ingessano: lo stato giuridico degli insegnanti, la contrattazione nazionale di categoria, la dipendenza dagli apparati burocratici, la buropedagogia.

Il modello proposto dai due economisti si ispira alle Grant Maintained School di ispirazione thatcheriana (successivamente convertite dai laburisti nelle School Academies) e alle Charter School americane: scuole che, in modi e in contesti diversi, hanno scelto un maggior grado di autonomia dalle autorità scolastiche dei rispettivi Paesi, e che hanno dato buoni risultati sia sul piano della qualità (misurata con i test di apprendimento, il successo negli studi successivi, il destino sociale ed economico degli studenti e altri indicatori), sia su quello dell’equità, avendo potuto agire con maggiore flessibilità sui potenziali e gli stili di apprendimento degli alunni, in particolare di quelli più in difficoltà.

Le argomentazioni addotte da Ichino e Tabellini sono stringenti, e per alcuni aspetti simili o compatibili con alcune contenute nel dossier di Tuttoscuola ‘Sei idee per rilanciare la scuola’ (autonomia forte delle scuole fino alla scelta degli insegnanti, sistema di valutazione totalmente indipendente dal Miur, curricoli flessibili e personalizzati fino al superamento delle bocciature, esame di maturità organicamente collegato agli studi successivi e altre proposte).

Alla seconda domanda – chi dovrebbe (potrebbe) liberare la scuola nell’Italia di oggi – l’e-book dà una risposta meno convincente. Quale governo, con quale maggioranza, se la sentirebbe di sfidare contemporaneamente i sindacati, la burocrazia ministeriale, il conservatorismo di tanti dirigenti scolastici e insegnanti con un progetto certamente affascinante e rigorosamente motivato ma rivoluzionario rispetto alla realtà attuale della scuola italiana?

Le proposte contenute in questo e-book meritano comunque grande attenzione: esse, come quelle avanzate da Tuttoscuola, perseguono in modo appassionato e disinteressato l’obiettivo di migliorare la qualità e l’equità della scuola italiana: non sono né di ‘destra’ né di ‘sinistra’. Se il sistema politico italiano non fosse quello che è diventato per molti dei suoi attuali protagonisti – un ring in cui i contendenti si battono senza legittimarsi reciprocamente – si tratterebbe di un perfetto obiettivo da ‘larghe intese’. O bipartisan, se vogliamo sintonizzarci con l’approccio e il linguaggio di chiara impronta anglosassone cui si ispirano gli autori di questa utile provocazione.