Blocco della contrattazione fino al 31/12/2014

La proroga fino al 31 dicembre 2014 del blocco della contrattazione e degli automatismi stipendiali, decisa ieri dal Consiglio dei Ministri in via definitiva (si tratta di un regolamento), riguarda oltre tre milioni di dipendenti pubblici e interviene un po’ a sorpresa dopo che negli ultimi giorni si era parlato di una imminente approvazione di un decreto, predisposto dal ministro D’Alia, contenente tra l’altro misure di stabilizzazione per i pubblici dipendenti precari e di di rilancio del sistema scolastico.

Di “giornata pessima” per la scuola, “ancora una volta penalizzata insieme al lavoro pubblico, con il rinvio del contratto e con un nuovo intervento sugli scatti di anzianità”, parla infatti Francesco Scrima, segretario della CISL Scuola, a cui avviso in questo modo il Governo “smentisce le ripetute dichiarazioni di voler aprire una stagione di rinnovata attenzione per istruzione e formazione”.

Ma non basta, prosegue il sindacalista, che segnala, “a completare il quadro, l’assenza di qualunque provvedimento per la scuola nel decreto cosiddetto ‘del fare’. Un ‘fare’ che per la scuola viene rinviato a tempi futuri: è grave che alcune emergenze (organico del sostegno, piano triennale di assunzioni, inidonei, quota 96) non trovino risposta a causa della rigidità, come da peggiore tradizione, del ministero dell’economia”.

Se la Cisl scuola preavverte il Governo che “con queste premesse è molto difficile immaginare un avvio di anno scolastico privo di tensioni se il Governo non provvederà tempestivamente ad affrontare e risolvere le questioni in atto”, l’Anief-Confedir annuncia il ricorso alla Corte Costituzionale, citando la sentenza 223/2012 della stessa Corte con la quale essa aveva dato ragione a quei magistrati che avevano rivendicato il diritto allo stipendio equo. “Ora, poiché è stato appurato che l’irrecuperabilità stipendiale è lesiva degli articoli 1, 36 e 39 della Costituzione, tale principio può essere sicuramente allargato a tutte le professionalità che operano nel comparto pubblico”.