Rapporto Invalsi: commenti sindacali

È più che mai urgente riconsegnare il dibattito sulla valutazione del sistema scolastico a un clima di discussione aperta e seria, libera da forzature polemiche pretestuose che non hanno alcuna utilità per la scuola e per chi ci lavora”. E’ il commento di Francesco Scrima, segretario della Cisl scuola, ai risultati del Rapporto 2013 dell’Invalsi, presentato ieri, e anche alla avvenuta pubblicazione del regolamento sulla valutazione sulla Gazzetta Ufficiale.

Regolamento che “non può rappresentare la conclusione di un percorso, né la blindatura di un modello alla cui messa a punto possono e devono concorrere, in fase di gestione, tutti i soggetti a vario titolo chiamati in causa”.

Scrima riconosce comunque che il nuovo regolamento è “scevro da ossessioni premial punitive, orientato in modo esplicito a sostenere processi di miglioramento della qualità del servizio scolastico, in una dimensione che mette assieme la responsabilità e l’interesse di ogni scuola a sviluppare pratiche di rendicontazione sociale”. Ora “Di tutto c’è bisogno, meno che di ulteriori ostruzionismi per scelte sicuramente perfettibili, ma il cui difetto maggiore è di giungere troppo in ritardo”. In ogni caso “è urgente il coinvolgimento attivo delle scuole, valorizzandone ruoli, competenze ed esperienze, nello sviluppo di una diffusa cultura della valutazione, da promuovere anche attraverso opportune azioni sul piano formativo”.

Anche l’Anief  auspica che il Miur sappia utilizzare “le indicazioni provenienti dal rapporto Invalsi per scollegare una volta per tutte i risultati degli studenti dal merito dei docenti e dei dirigenti scolastici. Per utilizzarli, invece, ai fini di una più mirata assegnazione delle risorse a sostegno dei progetti di potenziamento dell’offerta formativa statale su contesti specifici particolarmente svantaggiati: le aree territoriali, le zone a rischio e gli istituti scolastici più in difficoltà non hanno bisogno di essere giudicati. Ma di avere maggiore sostegno”. 

La preoccupazione condivisa dai sindacati, anche se espressa in forme diverse, è che i risultati delle indagini Invalsi non siano messi in relazione con le prestazioni professionali dei docenti secondo logiche premiali o meritocratiche.