Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

BES: la questione delle certificazioni

Quale certificazione serve per identificare gli alunni con Bisogni Educativi Speciali? Nessuna. 

“Fermo restando l’obbligo di presentazione delle certificazioni per l’esercizio dei diritti conseguenti alle situazioni di disabilità e di DSA, è compito doveroso dei Consigli di classe o dei teams dei docenti nelle scuole primarie indicare in quali altri casi sia opportuna e necessaria l’adozione di una personalizzazione della didattica ed eventualmente di misure compensative o dispensative, nella prospettiva di una presa in carico globale ed inclusiva di tutti gli alunni”.

Recita così la circolare n. 8/2013 sui BES. Il che significa che saranno le scuole ad individuare gli alunni bisognosi di particolare tutela per le obiettive difficoltà di apprendimento. Spetterà alle scuole individuare le situazioni di alunni con BES e di definire gli interventi necessari.

Infatti le scuole stesse dovranno decidere se il PDP (Piano Didattico Personalizzato) comporterà il diritto dell’alunno BES di avvalersi di misure dispensative, come la dispensa, ad esempio,  di alcune attività relative all’insegnamento della lingua straniera.

Non ci sarà bisogno di alcuna certificazione, che invece, secondo la legge, continuerà ad essere richiesta per i DSA e per gli alunni portatori di handicap.

È facile immaginare il peso e la responsabilità dei docenti e, in particolare, il contenzioso che potrà derivarne. Genitori agguerriti pretenderanno che i consigli di classe, organo competente a definire la diagnosi educativa dei ragazzi in difficoltà, mettano in atto anche tutti gli sconti previsti dalle disposizioni ministeriali.

La circolare, forse per evitare accuse di sperequazione verso gli alunni con DSA, consente per questi ultimi di avvalersi in via transitoria della certificazione di struttura privata. Si tratta di uno sconto che suona come attenuazione del rigore contro la certificazione facile e di comodo.

 

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