3 marzo: scioperano Gilda e Anief

Molte scuole rischiano di restare chiuse per lo sciopero nazionale indetto dalla Gilda degli insegnanti e dall’Anief (con iniziative separate) per la giornata di sabato 3 marzo. Le motivazioni dell’azione di protesta indetta dai due sindacati (ai quali si unisce un’organizzazione minore, la Sisa) sono in buona misura coincidenti, e fanno riferimento alla mancata corresponsione degli scatti d’anzianità a gennaio e alla riforma del sistema pensionistico che penalizza fortemente la categoria degli insegnanti.

La giornata di mobilitazione”  – scrive in una nota la Gilda – “è finalizzata anche a ottenere norme concrete per la stabilizzazione del precariato, la garanzia degli organici e modifiche alla riforma Brunetta che, allo stato attuale, non tiene conto né della libertà d’insegnamento né dei diritti sindacali nelle scuole”. Altra ragione di protesta è poi la recente bocciatura al Senato dell’emendamento grazie al quale i docenti che matureranno i requisiti per la pensione entro il 31 agosto prossimo avrebbero potuto lasciare il lavoro con le vecchie regole.

Il sindacato ha indetto a Roma una manifestazione nazionale al teatro Quirino che si concluderà con l’intervento del coordinatore nazionale della Gilda, Rino Di Meglio, che sancirà anche la conclusione della campagna elettorale per il rinnovo delle Rsu.

Anief a sua volta spiega in una nota: “Al Governo chiediamo lo sblocco del contratto nazionale e il ripristino degli scatti di anzianità per il personale in servizio. Ma lo sciopero vuole essere anche una forma di protesta contro l’intesa Governo-sindacati del 4 febbraio 2011 finalizzata alla applicazione delle norme del decreto Brunetta al personale della scuola,  per non parlare del fatto che ci aspettiamo che si ponga finalmente mano ad un serio piano di interventi per affrontare la questione del precariato”. Anche per Anief la scelta di scioperare il 3 marzo è da porre in relazione alla campagna elettorale per l’elezione delle Rsu (5-7 marzo), a cui partecipa per la prima volta, e per la conquista dello status di ‘sindacato maggiormente rappresentativo’,