Due settimane di lavoro in più per i docenti?

Dalla nostra lettrice Claudia Corona abbiamo ricevuto sulla nostra pagina Facebook (http://www.facebook.com/tuttoscuola) il seguente commento alla notizia, da noi riportata nei giorni scorsi, relativa all’ipotesi di rendere lavorativi 14 giorni attualmente fruiti dai docenti a titolo di ferie. Invitiamo altri lettori a inviarci le loro opinioni sul tema (o su altri temi nuovi da proporre), scrivendoci come di consueto a botta_e_risposta@tuttoscuola.com.

Forse bisognerebbe ricordare che gli insegnanti godono di 36 giorni di ferie. Quanto al lavorare, quel Preside dovrebbe fare in modo che nei periodi di non insegnamento cosiddetto frontale, cioè in classe, TUTTI gli insegnanti NON in ferie,lavorassero alle tantissime attività di cui la professione degli insegnanti e’ fatto. Un esempio tra tutti: la progettazione europea che normalmente richiede lacrime e sangue da parte sempre delle stesse persone. Caro signor Preside, chiami gli insegnanti a lavorare quando non sono in ferie, prima di far credere a tutti che godiamo di strabilianti privilegi (a 1.500 euro al mese con 25 anni di servizio).

Questo è il testo della notizia da noi pubblicata lo scorso 22 febbraio:

Idea Salva scuola: due settimane di lavoro in più

Fa discutere la proposta avanzata al Collegio dei docenti dal dirigente scolastico di una scuola situata a Cisliano, piccolo comune della provincia di Milano, di mettere a disposizione della scuola quindici giorni lavorativi, che ogni docente di scuola pubblica ha a disposizione nei mesi estivi di luglio-agosto, per recuperarli in attività da inserire nel piano dell’offerta formativa.

Il progetto è ambizioso: se adottato a livello nazionale (700.000 docenti) sarebbero ben 10 milioni e mezzo le ore lavorative che potrebbero essere utilizzate, argomenta il dirigente scolastico, per “migliorare ulteriormente la qualità della scuola pubblica italiana”.

Due settimane in meno di ferie, insomma, per realizzare la traduzione scolastica delle misure “Salva Italia” adottate per l’economia.

Immediata la reazione dei sindacati, cui si sono rivolti i docenti della scuola. Pippo Frisone, della Flc-Cgil, ha detto che “Chiedere ulteriori prestazioni lavorative ai docenti, e a costo zero per giunta, è una proposta che nella situazione attuale rischia di trasformarsi in una vera e propria provocazione. Diventa quindi demagogico far credere all’utenza che i docenti, pagati lo stesso nei periodi di sospensione dell’attività didattica, abbiano chissà quali debiti o recuperi morali da fare per la salvezza del nostro Paese”.

E poi, secondo il sindacalista, vanno salvaguardate le norme sul contratto nazionale di lavoro e sul calendario scolastico: c’è il calendario regionale delle lezioni per le ore settimanali di insegnamento “mentre le attività funzionali si svolgono nel cosiddetto periodo delle attività didattiche che per legge hanno inizio il 1 settembre e termine il 30 giugno. Luglio e agosto sono mesi contrattualmente dedicati alle ferie, in cui è sospesa ogni attività didattica”.