Tuttoscuola: Scuola digitale

Un’esperienza di didattica con le Google Apps

La scuola media Valgimigli di Albignasego (PD), che ha aderito al progetto del ministero dell’Istruzione Cl@ssi 2.0, è uno degli istituti precursori, tre anni fa, nell’utilizzo della piattaforma delle Google Apps a supporto della didattica.

Questa è la sintesi della loro esperienza: all’inizio della prima media, gli alunni della sezione sono stati invitati ad aprire un account di posta elettronica su Google, e oltre all’e-mail hanno iniziato a usare anche le Google Apps, sia in classe, sia a casa, messe a punto specificatamente per il settore Educational. 

Grazie a questo supporto, la didattica – e non solo quella – ne ha beneficiato. Qualche esempio di utilizzo: attraverso la chat e videochat i ragazzi si consultano per fare i compiti, con i Google docs (documenti di scrittura condivisi online) gli alunni redigono relazioni e temi, condividendoli con i compagni, con la funzione “Google Sites” i lavori realizzati dagli studenti vengono messi online e resi disponibili anche all’esterno della classe… Inoltre, con il Google Calendar i genitori pianificano gli appuntamenti con il corpo docente e i professori si organizzano per le attività didattiche.

La professoressa di Lettere (italiano, storia, geografia) di questa classe, fautrice del progetto, afferma di aver riscontrato una forte crescita del profitto degli alunni da quando utilizzano questi strumenti. Il livello della classe risulta essere, infatti, secondo i parametri in uso, superiore alla media nazionale, come dimostrano i test Invalsi, svolti a fine anno scolastico da tutti gli studenti.

Per il futuro, l’istituto sta pensando di estendere l’approccio tecnologico ad altre classi oltre che a fare formazione sugli strumenti a un numero crescente di professori.

Stanno anche studiando come rendere produttivo Google+, il social network di Google lanciato lo scorso marzo, per poter ampliare la base su cui strutturare la didattica. “Fare tutto su un’unica piattaforma è un enorme vantaggio”, dice la professoressa.

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