Scuola: la geografia delle occupazioni

Sembra avere sortito un effetto opposto a quello sperato dalla Presidenza del Consiglio, l’opzione ventilata ieri in conferenza stampa dal premier Silvio Berlusconi di fare ricorso alle forze dell’ordine, in caso di occupazioni delle scuole e delle università, insieme ad altri tipi di manifestazioni.

Infatti stamattina le agenzie tracciano un quadro piuttosto dettagliato dei focolai di protesta – sparsi in tutta Italia – contro il cosiddetto decreto legge Gelmini.

A Roma si segnalano diversi licei occupati: tra gli altri, il Tasso, il periferico Malpighi (occupato da militanti di Lotta Studentesca, movimento giovanile vicino a Forza Nuova), il Virgilio, il Nomentano, e il Russell, dove, in segno di protesta, è stata fatta suonare la banda di istituto e si è organizzata una assemblea nel cortile di scuola.

In Veneto è cominciata la campagna nazionale che gli organizzatori hanno chiamato “teniamo la Gelmini fuori dalle nostre scuole”.

A Milano sono stati  bloccati per un’ora i cancelli della facoltà di scienze politiche dell’Universita, e sono previsti nuovi cortei intorno alle 14.

A Torino si è tenuto un corteo nel centro storico della città, organizzato dagli studenti dell’istituto professionale “Giulio”, del magistrale “Regina Margherita”, dal liceo scientifico “Copernico”, e dal tecnico commerciale “Rosa Luxemburg”.

Centinaia di studenti hanno sfilato anche a Matera.

Qualche tensione si è registrata a Cosenza dove sono intervenuti i carabinieri.

A Napoli e Catanzaro Lido le manifestazioni hanno creato seri problemi alla circolazione.

Nell’ateneo di Cagliari sono state bloccate le lezioni, ma non c’è stata alcuna occupazione.

A Bologna sono diverse le iniziative di protesta in programma. Alle 18.30 partirà da piazza San Francesco una fiaccolata di liceali e universitari.

A Trieste, nella piazza del popolare rione di San Giacomo, oltre 200 studenti delle scuole medie superiori, quasi tutte occupate o autogestite, hanno eretto simbolico muro con i loro libri di testo, in segno di protesta contro la riforma Gelmini.

A Genova sono stati affissi manifesti funebri, per la morte “della scuola e dell’università pubbliche” in Italia.