190 mila posti in fumo

Testi ufficiali e definitivi non ce ne sono ancora, ma gli organi nazionali di stampa, con dovizia di particolari, danno per certa una manovra di riduzione della spesa per l’istruzione corrispondente al taglio di 100 mila posti di docente in tre anni.

Il “Sole24 ore” ha parlato di “centomila insegnanti in meno, tra docenti di ruolo e supplenti, entro il 2011. E riduzione del 17% del personale tecnico e ausiliario (Ata), ovvero bidelli e “amministrativi“. Un taglio che dovrebbe assicurare un risparmio di 4,6 miliardi nel prossimo triennio, il 30% dei quali, però, ritornerebbe alla scuola dal 2010 sotto forma di aumenti alla professionalità degli insegnanti.

Il ritardo di pubblicazione della bozza del Dpef 2009-2013 rinvia l’accertamento delle voci che corrono in merito, ma sembra proprio che, come Tuttoscuola aveva rilevato la scorsa settimana, oltre ai 43 mila posti da ridurre per effetto delle finanziarie “Prodi-Padoa Schioppa”, siano ormai certi altri pesanti tagli di organico di entità fino a qualche tempo fa inimmaginabili.

Quel 17% di posti di riduzione dell’organico ATA corrisponde a circa 43 mila posti da aggiungere ai 100 mila posti di insegnante per un totale di 143 mila unità in meno.

Tra tagli vecchi (47 mila) e nuovi (143 mila) la scuola dovrebbe perdere 190 mila posti. Un totale che corrisponde a quasi il 20% dell’intera forza lavoro del sistema nazionale di istruzione.

Se il progetto Tremonti-Brunetta diventerà operativo, il ministro Gelmini non potrà limitarsi a tagliare qualche ramo secco, ma dovrà rivedere l’intera struttura ordinamentale (curricoli, monte ore di lezione, ecc.).