Carriera docente: stato giuridico o contratto?/2

Sul fronte parlamentare, invece, sembra che i lavori procedano speditamente. In quella sede si immagina una carriera dei docenti articolata su tre livelli.
Il problema però non è di merito. Non riguarda tanto le proposte dell’una o dell’altra parte, quanto il fatto che il rapporto di lavoro degli insegnanti verrebbe definito sostanzialmente per legge anziché per contratto. Comprensibile, quindi, la dura contrarietà del mondo sindacale.
E in Parlamento si guarda di converso con diffidenza ai lavori della commissione presso l’Aran. Lo dimostra una recente interrogazione parlamentare presentata dall’on. Angela Napoli di AN, prima firmataria di uno dei due disegni di legge sullo stato giuridico.
Una cosa ha dato particolarmente fastidio alla parlamentare di AN. Leggiamola: “sembrerebbe (vedi Tuttoscuola del 24/11/2003) che il ministro dell’istruzione abbia dato assicurazione che nessuna iniziativa parlamentare andrà avanti prima della conclusione dei lavori della Commissione”.
L’on. Napoli chiede quindi senza mezzi termini “quali sono i motivi che hanno portato il ministro dell’istruzione a disattendere un preciso impegno assunto in Parlamento con l’approvazione dell’ordine del giorno n. 9/3387/10 a prima firma dell’interrogante”, e se “non ritenga grave aver subordinato il sostegno all’iter parlamentare dei progetti di legge di cui in premessa allo svolgimento di una trattativa sindacale”.
Stretta tra due fuochi e con gli occhi addosso di tutta la categoria docente, tradizionalmente sensibile su questo tema (l’ex ministro Berlinguer ne sa qualcosa), come si muoverà ora il ministro Moratti?