Campagna #iovoglioinsegnare: per TFA fino al 2017

Oggi Link-Coordinamento Universitario rilancia la mobilitazione davanti alle Facoltà, ai dipartimenti e ai Provveditorati delle città italiane per rivendicare la possibilità di accedere all’abilitazione all’insegnamento nelle scuole.

La campagna #iovoglioinsegnare, attivata dopo la pubblicazione delle linee guida sulla ‘Buona Scuola’, che ha visto una larga partecipazione e condivisione degli studenti di molti Atenei, è ora ad una svolta.

”Le aperture da parte del Miur rispetto all’attivazione di un terzo ciclo di Tfa, esplicitate dal ministro nelle ‘Priorità politiche per il 2015’ sono certamente positive – dichiara Alberto Campailla, portavoce nazionale di Link-Coordinamento Universitario – Dopo un autunno di piazze e università piene di studenti e studentesse, questa campagna sta raggiungendo il suo scopo: tutelare gli studenti delle attuali magistrali e triennali e le altre figure escluse da un’eventuale attivazione delle magistrali abilitanti nel 2016, ma non basta. Vogliamo che, fino almeno al 2017, venga bandito un ciclo di Tfa ogni anno per garantire una reale continuità tra i diversi sistemi di abilitazione”.

”Il valore formativo del tirocinio abilitante – continua – deve essere garantito tramite protocolli di qualità dell’insegnamento e la regolamentazione della figura del tutor, inoltre consideriamo imprescindibili misure volte a rendere l’accesso al Tfa possibile anche a coloro che non potrebbero sostenere gli oneri economici che attualmente esso comporta. Vogliamo una tassazione calibrata sul reddito e misure di diritto allo studio a favore dei tirocinanti’‘.

La battaglia non finisce qui – prosegue – Link-Coordinamento Universitario porterà avanti queste rivendicazioni anche alla luce di quello che sarà scritto nel decreto che uscirà il 20 febbraio, mantenendo come punto centrale il diritto e la garanzia per tutti gli studenti e le studentesse a poter accedere al mondo dell’insegnamento“.

L’intento ci sembra apprezzabile: non si può negare ai giovani che scelgono indirizzi di studio che portano all’insegnamento il diritto di completare la loro formazione con l’abilitazione professionale. Altro discorso, naturalmente, è quello dell’accesso al lavoro. Per alcune classi di concorso ci sono maggiori possibilità, per altre meno. Da questo punto di vista è corretto che il numero degli ammessi ai corsi abilitanti – ma ancora prima quello degli iscritti a Scienze della formazione primaria e ai bienni delle lauree magistrali che conducono all’insegnamento – sia programmato in funzione del fabbisogno di docenti prevedibile a breve e medio termine. Per evitare illusioni e frustrazioni.