Tuttoscuola: Non solo statale

Buono scuola, detrazioni, costo standard: confronto aperto

Un articolo del filosofo Dario Antiseri, pubblicato con evidenza sul Corriere della Sera di sabato 28 marzo, non interviene sugli aspetti della ‘Buona Scuola’ che riguardano le finalità o i contenuti della riforma annunciata, ma sul suo finanziamento, rilanciando la proposta, dallo stesso Antiseri avanzata alcuni decenni fa, di utilizzare il sistema dei ‘buoni scuola’ (voucher), da assegnare non alle scuole ma alle famiglie.  

Se la proposta non è nuova, nuovo è certamente il contesto politico nel quale essa si inserisce, oggi assai più disponibile a prenderla in considerazione di quanto lo sia mai stato nell’intera storia dell’Italia repubblicana, governi di centro-destra (in teoria i più favorevoli) inclusi.

Non è un caso che l’articolo del filosofo cattolico liberale inizi con la citazione di una recente dichiarazione di Luigi Berlinguer (“E’ tempo di chiudere questo conflitto del Novecento: scuole statali contro private. Non esiste, non è più tra noi, ci ha fatto perdere tempo e risorse”). Una presa di posizione allineata con il revisionismo (anche costituzionale) renziano con la quale l’ex ministro dei governi Prodi e D’Alema ammaina definitivamente, dopo averla messa a mezz’asta con la legge 62/2000 sulla parità, la bandiera storica della sinistra ‘scolastica’, quella del “senza oneri per lo Stato”. Posizione condivisa dalla maggioranza dell’attuale Pd.

La timida apertura verso le famiglie che scelgono le scuole paritarie contenuta nel Ddl attuativo della ‘Buona Scuola’ in forma di sgravio fiscale (“poco più di un’elemosina”, la definisce Antiseri) ha comunque un elevato valore simbolico, perché sposta il confronto dal “se” sostenere finanziariamente tali famiglie a “come” sostenerle. E anzi allarga il discorso, in prospettiva, a tutte le scuole e a tutte le famiglie sia nell’ipotesi del ‘buono scuola’ per le famiglie (cui guarda in qualche misura la “dote scuola” nella Regione Lombardia), sia in quella del ‘costo standard’ con finanziamenti diretti alle scuole (ma ne esistono più possibili declinazioni).

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