Buona Scuola, scosse di assestamento

Lo scorso 12 novembre si è effettuato in tutta Italia lo sciopero Cobas-Unicobas-Anief e altri comitati di base contro la Buona Scuola. Gli organizzatori vantano adesioni fino al 25%, ma per quello che si è visto anche in TV non sembra che gli insegnanti abbiano aderito in massa alla protesta, alla quale non è mancato invece il supporto di gruppi di studenti. Anche quest’ultimo non di massa se, stando alle cifre fornite dagli stessi promotori, al corteo di Roma hanno partecipato complessivamente tra 6 e 7 mila manifestanti.

Mancano cifre ufficiali (che in passato invece il Miur utilmente offriva), ma non si va lontani dal vero se si ipotizza che allo sciopero abbiano di fatto aderito – oltre che il nucleo storico, ma piccolo, dei militanti Cobas-Unicobas – essenzialmente quelle frange di precari che dall’operazione assunzioni sono rimaste escluse o hanno ritenuto di essere state in qualche modo danneggiate, compresi i non pochi insegnanti o aspiranti tali coinvolti nei massicci ricorsi promossi soprattutto da Anief.

Nel complesso, tuttavia, si ha l’impressione che l’operazione simbolo della Buona Scuola sia andata in porto senza eccessivi affanni, tanto da spingere il premier Matteo Renzi a ironizzare: “Esprimo vicinanza e solidarietà a quegli insegnanti che fidandosi di cattivi consiglieri hanno rifiutato di fare la domanda per la buona scuola”, ha detto Renzi nello stesso giorno dello sciopero.