Basta la mascherina se non si riesce a mantenere il distanziamento a scuola, i presidi: ‘Perché non dirlo prima?’

“Pensavamo di vivere in una tragedia, e invece era una commedia: Tanto rumore per nulla di William Shakespeare!” Questo il commento di Antonello Giannelli, Presidente dell’ANP, alla notizia del nuovo parere reso dal CTS secondo cui il distanziamento di un metro a scuola, al rientro a settembre, può anche non essere mantenuto per qualche mese, in attesa dei nuovi banchi, purché si faccia uso della mascherina chirurgica. Dello stesso parere anche Valentina Aprea, deputata di Forza Italia e responsabile del Dipartimento Istruzione del movimento azzurro: “Stupisce e inquieta l’ultimo verdetto del Cts che in queste ore – messo a conoscenza del delirio che attraversa i territori in ritardo su tutto per i colpevoli rinvii del Governo, che ha sbagliato tempi e modi di intervento sulla riapertura delle scuole – consente come unico dispositivo di protezione la mascherina igienica fino a ottobre”.

“Abbiamo sempre rispettato i pareri delle autorità sanitarie e continueremo a farlo” prosegue Giannelli “ma non comprendiamo perché non si sia fatta chiarezza prima su questo aspetto fondamentale. I dirigenti scolastici non hanno preso un solo giorno di ferie per lavorare febbrilmente, con granitico senso del dovere, affinché gli alunni potessero essere distanziati come previsto. I colleghi hanno risposto a innumerevoli monitoraggi ministeriali per comunicare più volte tutti i dati relativi alle classi, alle aule, ai corridoi, alle palestre, ai cortili, agli edifici. E tutto questo perché? Perché siamo stati seri e responsabili, ben più di quanto fosse evidentemente necessario.”

“A questo punto – conclude il Presidente dell’ANP – invito tutti i colleghi a comunicare immediatamente ai rispettivi uffici scolastici la loro messa in ferie, perché le hanno meritate come non mai e perché ne hanno bisogno dopo una estate di lavoro frenetico che sembrava tragica e invece era solo comica”.

“La sicurezza non è negoziabile e non si possono cambiare direttive, mentre il Paese si indebita frettolosamente proprio per attuare le disposizioni date dal Cts a giugno per le scuole al tempo del post Covid – ha detto anche Aprea -. La Ministra Azzolina riconosca i suoi errori e ammetta finalmente di aver consapevolmente mentito al Paese quando ha ripetuto come un mantra che il 14 settembre le scuole avrebbero riaperto nel pieno rispetto dei nuovi vincoli imposti dall’emergenza sanitaria. Come Forza Italia ha denunciato fin da marzo, il Ministero dell’Istruzione ha inseguito modifiche burocratiche inopportune e discutibili, come i nuovi criteri per le graduatorie degli insegnanti e i bandi dei concorsi e soltanto con gli ultimi decreti emergenziali rilancio e di agosto ha ricercato finanziamenti per arredi e ambienti che mai e poi mai saranno pronti per settembre. Ora si parla di avere i banchi e nuovi spazi per ottobre, ma per allora non ci saranno neppure gli insegnanti. In questa situazione così disperata e colpevolmente determinata da attendismo e mancanza di visione, non sono tollerabili gli inviti del Ministero alla responsabilità dei dirigenti e dei docenti per il bene della Nazione. È il caso di dire ‘da quale pulpito viene la predica’. Un Ministero autoreferenziale, che si autoassolve e che continua ad investire miliardi, a debito, ora per i banchi, ora per spazi alternativi, e ad aumentare gli organici senza una programmazione ragionata dovrebbe solo chiedere scusa e passare la mano. Come avevamo previsto, anche il Commissario Arcuri e il Cts stanno sbandando. Il Presidente Conte farebbe bene ad occuparsi personalmente della riapertura delle scuole come pure aveva annunciato qualche tempo fa o se ne pentirà”.