Avvio incerto dell’anno scolastico. Ancora una volta

La breve estate ha indotto alcuni amministratori locali a chiedere il rinvio dell’inizio dell’anno scolastico per prolungare una stagione turistica ritenuta, a causa del maltempo, disastrosa.

La ministra Giannini, com’era prevedibile, ha seccamente respinto la richiesta, motivandola non solo con vincoli normativi (i calendari scolastici sono già stati definiti da ogni Regione), ma anche con la situazione delle famiglie che hanno programmato ferie (finite) e lavoro (in atto).

Sono migliaia e migliaia le famiglie (e le nonne) che stanno attendendo l’inizio delle lezioni, soprattutto per i figli che frequentano scuole dell’infanzia o primarie, per liberarsi dalle necessità di assistenza e custodia e occuparsi degli altri impegni.

Perché la scuola ha anche questa funzione sociale dell’assistenza e vigilanza dei minori affidati.

Poi, finalmente, suona la prima campanella. Tutto ok? Quasi. Come sempre, da anni.

La maggior parte degli istituti secondari inizia con l’orario ridotto (poche ore al mattino) in attesa di disporre di tutti i professori previsti. Passeranno alcune settimane prima che vi sia l’orario definitivo con tutti i professori in cattedra e le lezioni a pieno regime.

Nella scuola primaria organizzata a tempo pieno sono rari gli istituti che partono già con mensa e lezioni pomeridiane.

Nella scuola dell’infanzia statale capita spesso che l’orario a pieno regime decolli dopo alcune settimane dall’inizio delle lezioni, preceduto da fasi di ambientazione che spesso vanno per le lunghe, complice il fatto che anche in questo settore (come in tutti gli altri), soprattutto nelle grandi città, le nomine del personale vengono fatte con ritardo. Spesso con molto ritardo.

Perché ancora una volta il mese di settembre registra un precario avvio delle attività scolastiche, con disagio delle famiglie e degli alunni, a causa dell’incomprensibile ritardo delle nomine?

Ve lo immaginate un campionato di calcio che inizia con squadre a ranghi incompleti o con riserve che giocano in campo un solo tempo? La scuola si prepara a giocare un campionato così.

Il piano della “Buona scuola” punta all’efficacia dei servizi scolastici, ma farebbe bene anche a renderli pienamente efficienti e funzionanti da subito.