Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Autori meridionali: non hanno bisogno di essere ‘protetti’ dal Ministero

Va dato atto al sottosegretario Marco Rossi Doria, napoletano e figlio di Manlio, noto studioso dei problemi del Sud, di non aver ceduto alla tentazione di cercare facili consensi rispondendo in Parlamento alla interrogazione concernente l’”esclusione disposta dal decreto ministeriale n. 211 del 2010 degli scrittori dell’Italia meridionale dal quadro degli autori di letteratura italiana del XX secolo compresi nei piani di studio dei licei”, primo firmatario l’on. Salvino Burtone (Pd).

L’interrogazione era volta ad ottenere la modifica del citato DM con l’inserimento di alcuni autori meridionali (vengono citati Quasimodo, Alfonso Gatto, Ignazio Silone, Leonardo Sciascia) nell’elenco di quelli ‘raccomandati’ dal Ministero.

Il sottosegretario non ha eluso la richiesta, e ha assicurato di seguire la questione anche “in via personale”, ma ha messo l’accento sul fatto che “le indicazioni nazionali degli obiettivi specifici di apprendimento per i licei rappresentano un’intelaiatura sulla quale, autonomamente, le istituzioni scolastiche disegnano il proprio piano dell’offerta formativa”.  Si tratta dunque di “indicazioni che non dettano alcun modello didattico-pedagogico prestabilito, ma valorizzano il ruolo dei docenti e delle autonomie scolastiche nella loro libera progettazione, permettendo a ciascun insegnante e a gruppi di insegnanti di costruire un percorso di studi nella piena libertà del proprio ruolo e della propria funzione”.

Con questa dichiarazione Rossi Doria ha aperto alla prospettiva di una integrazione delle Indicazioni nazionali con altri autori ma ha anche chiuso nettamente all’idea che lo studio degli scrittori citati nelle stesse Indicazioni possa diventare in qualche modo obbligatorio per i docenti, come in qualche misura sembrava auspicare l’interrogante. Un retropensiero che è affiorato anche  nella replica di Burtone al sottosegretario quando ha insistito sul fatto che “Il Paese innanzitutto deve essere unito non solo economicamente e politicamente, ma deve essere unito culturalmente”, e che perciò si rende a suo avviso necessario “un intervento ed un controllo del Governo” sui contenuti delle Indicazioni.

Giustamente Rossi Doria non ha dato alcuna assicurazione in questo senso. Correzioni e integrazioni potranno esserci, ma l’autorevolezza degli scrittori meridionali e il loro spazio nei curricoli apprestati dagli insegnanti non dipenderà dal fatto che essi siano citati nelle Indicazioni ministeriali (questa era la logica, caso mai, dei vecchi ‘Programmi’) ma dalle scelte che i docenti faranno sulla base del prestigio degli autori e della spendibilità didattica delle loro opere. Con quella autonomia che Rossi Doria ha dimostrato di apprezzare e rispettare.

Forgot Password